Attualità
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13/11/2013 11:51

A Modica lo scontro tra la faglia africana e quella europea

Il plateau ibleo

di Redazione

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Modica – E’ una sorta di canyon, scavato sul tavolato calcareo da un corso d’acqua, molto aiutato dalle già presenti linee di faglia. Sono i segni dello scontro tra la placca europea e quella africana, in quel punto esatto avviene l’impatto tra le due placche e storicamente sono stati registrati i terremoti più forti dell’intera sicilia, basti pensare alle due scosse del 9 e 11 Gennaio del 1693, le quali  furono talmente violente da devastare l’intera Sicilia sud-orientale, radendo al suolo molti centri abitati. I danni arrivarono sino a Palermo, alla Calabria meridionale ed a Malta. Fonti storiche raccontano dell onde tsunami che flagellarono le aree costiere di tutta la Sicilia sud-orientale.

Vediamo qualche dato dell’Ingv: “La Sicilia, un area con un regime compressionale e uno estensionale veramente a breve distanza. La presenza di aree vicine tra loro, caratterizzate dai fenomeni deformativi diversi non è una novità. Sia su scala mondiale che regionale, esistono moltissimi esempi. Continuando per’ a parlare del territorio italiano, i  dati sismologici e geodetici, raccolti negli anni, hanno permesso di individuare una fascia compressiva che ad andamento, est verso ovest, si estende nell’offshore siciliano dall’isola di Ustica fino alle Isole di Salina, Lipari e Vulcano. A questa fascia compressiva si contrappongono ben due fasce estensionali: la prima si estende da Cefalù fino all’Etna ed è ben evidenziata da dati sismologici, geodetici e geologici; la seconda è localizzata ad est della fascia compressionale e si estende dal Golfo di Patti lungo tutta la fascia appenninica. Per ciascuno di questi esempi, l’origine tettonica è diversa e va valutata caso per caso. Nel caso dell’area Iblea noi riteniamo che la debole estensione osservata sia dovuta ad una flessione della crosta Iblea a seguito della collisione Africa-Eurasia.”