Alla presenza del figlio dello scrittore, Demetrio
di Redazione

Siracusa – La luce è tornata ad illuminare la piccola biblioteca dei Vittorini. Per tanti anni è rimasta chiusa all’interno di una casa privata, insieme allo studio, le opere artistiche, gli arredamenti e quei beni che furono dello scrittore e che lo hanno accompagnato nelle residenze siracusane. La Provincia regionale ha acquistato il tutto ed ha ricreato “Casa Vittorini” in Via Brenta 41. Per l’inaugurazione ieri mattina è venuto Demetrio Vittorini, figlio di Elio oltre che “figlioccio” di Salvatore Quasimodo ed Eugenio Montale: «Questo luogo, mi emoziona tantissimo perché non lo vedevo da tantissimo tempo. Peraltro i mobili, i libri e le suppellettili, sono stati disposti così come me li ricordavo». Per curare l’allestimento, la Provincia regionale si è servita della preziosa consulenza del professor Paolo Giansiracusa e di Gigliola e Donatella Nocera, parenti di Vittorini, che ne hanno curato la disposizione.
Il presidente Nicola Bono ha ricordato il legame stretto tra la città e la famiglia dello scrittore: «Si è riusciti a far tornare in vita quelli che furono alcuni degli spazi quotidiani dei Vittorini. Elio è uno scrittore di cui la nostra città va fiera tanto che il premio letterario, a lui intitolato e giunto alla quindicesima edizione, è divenuto una realtà importante da dove sono partiti molti scrittori, oggi di successo».
All’interno della piccola biblioteca si trovano molti volumi di pregio e opere artistiche di rilievo che facevano parte dell’arredamento originale della casa di via Arsenale (Riviera Dionisio il Grande poi) e di viale Teracati di Sebastiano e Iole Vittorini, padre e sorella di Elio: «Basta girarsi un po’ attorno – spiega il professore Paolo Giansiracusa – per rendersi conto che si è davanti ad una piccola stanza museale. Appeso ad un muro c’è anche un quadro di Renato Guttuso, ai tempi donato dall’artista, a Vittorini». L’intento del professor Giansiracusa, è quello di arrivare alla creazione di una Fondazione Vittorini «sulla scia di quella di Sciascia a Racalmuto. Raccogliendo tutti gli scritti del Vittorini, editi in tutte le lingue. E mettendo assieme le opere artistiche che fanno parte del nucleo temporale in cui Vittorini ha lavorato, la prima metà del novecento».
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