di Redazione
Due milioni e mezzo di euro dei cittadini-contribuenti spesi senza alcun controllo. Da ieri il bilancio consuntivo dell’Aapit è in archivio. Ancora una volta con la formula del silenzio-assenso. Il consiglio provinciale ha preferito spogliarsi delle sue prerogative e responsabilità fuggendo a gambe levate davanti a un atto che, sin dalla prima legislatura di Franco Antoci, suscita l’orticaria ai rappresentanti della comunità provinciale. E se il centrosinistra nel primo mandato di Antoci si è mostrato accomodante con questo andazzo, in questa seconda legislatura sembra aver mutato strategia.
Il capogruppo di Rifondazione-Sinistra europea, Giuseppe Mustile, ha definito la seduta di domenica, nel corso della quale il centrodestra si è ancora una volta assentato in massa rendendo nulla la riunione, una «farsa».
Neanche i due revisori dei conti, entrambi nominati dal centrodestra, hanno potuto visionare gli atti e compiere, così, quel lavoro per il quale sono pagati grazie alle tasse versate dai cittadini-contribuenti. Secondo quanto riferito in aula dal capogruppo Gianni Iacono (Italia dei valori) si sarebbero sentiti rispondere dai funzionari dell’Aapit che non potevano visionare i bilanci perché già inviati alla rilegatoria. Se ciò dovesse corrispondere alla verità, si sarebbe di fronte a qualcosa di ben diverso rispetto che a una «farsa».
La maggioranza, che sembra aver ormai inglobato anche il Mpa, marcia compatta e ragiona solo con la logica dei numeri. Talvolta, come è stato nel caso del capogruppo autonomista Silvio Galizia o del capogruppo di Forza Italia Salvatore Mandarà, è pronta a smentire se stessa nell’arco di pochi minuti senza crearsi alcun imbarazzo.
Il capogruppo Mustile ha intanto annunciato che il suo partito pubblicherà un «libro bianco» sull’Aapit affinché «tutti i cittadini si rendano conto del valore degli amministratori che hanno scelto per governare la provincia di Ragusa». Basterà un «libro bianco» per capire per quale motivo il consiglio provinciale da sei anni rinuncia, quasi sistematicamente, a esercitare il proprio dovere di controllare come vengono spesi i soldi dei cittadini? Può l’Aapit negare ai revisori dei conti l’accesso agli atti adducendo che gli stessi sono in rilegatoria? Possono i revisori dei conti accettare una simile risposta e rinunciare a prendere in esame il conto consuntivo? Sono questi gli interrogativi che la seduta di domenica sera del consiglio provinciale lascia in eredità e che ora attendono una risposta.
Nel frattempo la Guardia di Finanza ha acquisito degli atti relativi alle sedute di commissione e di consiglio relative ai contributi dell’articolo 13 che, come è noto, individua alcune manifestazioni da ammettere ai contributi della Provincia. Il presidente del consiglio provinciale, Giovanni Occhipinti, si dice certo che tutto si sia svolto nella massima trasparenza e assicura piena collaborazione agli inquirenti. «Gli atti sinora prodotti dal consiglio provinciale – dichiara – sono improntati alla massima trasparenza. La Guardia di Finanza troverà nei nostri uffici la massima collaborazione per l’accertamento della verità».
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