di Graziana Iurato

“Anche il mio nuovo maestro mi piace, dopo questa mattina. Durante l’entrata, mentre egli era già seduto al suo posto, s’affacciava di tanto in tanto alla porta della classe qualcuno dei suoi scolari dell’anno scorso, per salutarlo; s’affacciavano, passando, e lo salutavano: – Buongiorno, signor maestro. – Buon giorno, signor Perboni; – alcuni entravano, gli toccavan la mano e scappavano. Si vedeva che gli volevan bene e che avrebbero voluto tornare con lui.[…] Mostratemi che siete ragazzi di cuore; la nostra scuola sarà una famiglia e voi sarete la mia consolazione e la mia alterezza. Non vi domando una promessa a parole; son certo che, nel vostro cuore, m’avete già detto di sì. E vi ringrazio. – . Quei messaggi profondi che E. De Amicis nel 1886 voleva lanciare sono morti da tempo!
Oggi sono letteralmente finiti i tempi in cui si poteva parlare di ambiente scolastico paragonabile ad una famiglia. Gli insegnanti hanno rappresentato un punto fermo nell’educazione dei nuovi cittadini in tempi ormai lontani dal presente in cui viviamo! Dall’Unità il nostro paese contava nella scuola formatrice di giovani perché era necessario plasmare i “nuovi italiani”, garantendo un’istituzione educativa completa, coerente e soprattutto una scuola dove la continuità docenti era fondamentale per assicurare agli allievi la certezza di una figura che li seguisse durante tutto o buona parte del percorso di crescita.
E oggi? Che fine hanno fatto quei principi cardine del processo di formazione di un ragazzo? Dov’è finita la stabilità che permette di concretizzare un processo di formazione saldo e continuativo attraverso la presenza di docenti stabilmente insediati che seguono gli alunni durante una buona parte del loro percorso?
Oggi un ragazzo delle superiori cambia in media tre docenti di lettere l’anno, oggi non si pensa più alla stabilità e alla qualità dell’insegnamento!
Oggi la crescita globale e la possibilità di avere figure di riferimento stabili per la formazione dei nostri giovani non è considerata importante!
Il governo ha favorito, come non mai prima d’ora, processi di disgregazione didattica e discontinuità educativa tali da sfaldare ogni forma di stabilità della figura del docente, non più attore cardine della formazione dei giovani, ma professionista sballottato da una scuola all’altra con una frequenza tale da confondere chiunque… Inoltre, questo docente ha appresso che deve “ESSERE SALVATO”, con una misura “Salva Precari” che trasforma tutti i docenti TAGLIATI FUORI in ASSISTENTI-ZERBINO dei titolari! Processi e reinvestimenti che dovrebbero arricchire il sistema formativo con figure extra, progettisti ESTERNI per il recupero e il sostegno. Mi chiedo, perché si taglia sulla stabilità e sulla qualità per reinvestire in qualcosa che rende tutto più complesso, confusionario e lontano dal vecchio processo lineare di formazione scolastica? Ma siamo proprio sicuri che questi decreti siano stati pensati con rispondenza e responsabilità, tenendo conto dei BISOGNI REALI dei nostri giovani?
Così ai nostri ragazzi offriamo solo un presente che non offre fermezza e fiducia né in famiglia né tantomeno a scuola, un presente che spesso rifiutano e abnegano con forza e ribellione, perché impedisce loro di sognare un futuro saldo e concreto!
E li vediamo impegnati in una ricerca disperata di esempi “stabili” da imitare, in una famiglia che spesso non c’è e in quei docenti che li abbandonano facilmente, dato che, purtroppo, quel maestro attento e premuroso che non li lasciava mai non c’è più, è stato SEPPELLITO da un sistema che ha tenuto conto di tutto, fuorché della loro STABILITA’!
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