Attualità
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17/01/2011 17:18

Aeroporto di Comiso, l’impegno del Ministro Matteoli

Il Ministro dei Trasporti è atterrato in elicottero

di Redazione

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Matteoli col sindaco Alfano
Matteoli col sindaco Alfano

Comiso – “Il decreto del ministero dell’Economia che pone a carico dello Stato gli oneri dei servizi di volo e della sicurezza non è stato ancora firmato ma sarà emanato al più presto in quanto non c’é nessun giallo”. Lo ha affermato a Comiso, al termine di un sopralluogo nell’aeroporto, il ministro dei Trasporti Altero Matteoli, con riferimento alla vicenda che ha acceso roventi polemiche tra parlamentari degli opposti schieramenti in relazione ai ritardi nell’emanazione dei decreti interministeriali, atto fondamentale senza il quale lo scalo non potrà entrare in funzione.
Matteoli, giunto a Comiso a bordo di un elicottero della Guardia costiera, ha visitato l’intero sito dell’ex base missilistica. “Ho visto – ha detto – un’infrastruttura moderna che potrà svolgere una funzione importante in piena sinergia con Fontanarossa. Appena mi sono insediato ho dichiarato alla commissione Trasporti della Camera e del Senato che in Italia ci sono troppi aeroporti. Ma non mi riferivo allora, come posso escludere ora, che quello di Comiso sia di dubbia utilità. E’ estremamente importante e faremo di tutto perché possa essere operativo già la prossima estate”.

 

 

L’atterraggio di D’Alema nel 2007

Era il 30 aprile 2007, anniversario dell’uccisione di Pio La Torre. Sembrava che l’aeroporto dovesse essere inaugurato presto, ma sono trascorsi quasi quattro anni inutilmente, un po’ per intoppi burocratici, un po’ per litigi e incomprensioni. Eppure questo aeroporto è importante per tanti motivi. Innanzitutto ha dietro una storia particolare, quella della base Nato con i missili Cruise ai tempi della «guerra fredda», poi l’arrivo degli scampati della ex Jugoslavia che furono accolti da militari italiani, volontari e Croce rossa trovando piena assistenza nei quasi 5000 alloggi un tempo utilizzati dagli americani. Ma, oltre alla storia, ha una valenza strategica perché fa parte dell’asse aeroportuale della Sicilia orientale assieme a Fontanarossa, e dunque non può essere considerato uno scalo di livello regionale, ma nazionale. A questo si aggiunga che la fascia sud ragusana è piena di villaggi vacanze di prestigio e l’aeroporto sarebbe prezioso per il turismo siciliano in genere, e ibleo in particolare. Perché finora non è decollato? Perché lo Stato non ha ancora deciso di assumersi le spese del servizio dei controllori di volo e dei vigili del fuoco, spese che azzopperebbero il bilancio di un aeroporto che ancora deve muovere i primi passi. Matteoli lo ha capito e ha detto sì, ma Tremonti non ha ancora posto la sua firma al decreto, nonostante le sollecitazioni anche da parte del presidente dell’Enac, Vito Riggio. La speranza è che anche il ministro delle Finanze dica sì e che l’aeroporto possa entrare in funzione prima dell’estate per dare respiro a tutte l’economia ragusana. L’ex base merita di essere valorizzata non solo con l’attività aeroportuale, ma anche utilizzando tutte le strutture, dagli alloggi, al teatro per convegni ed eventi, al ristorante, al bar, al posto medico. Può essere il simbolo della nuova provincia di Ragusa, l’unica in Sicilia a non avere un solo chilometro di autostrada.