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È «emergenza democratica» al Comune, ove esiste un problema di «agibilità del consiglio comunale». Nella civica assise, infatti, «alcuni consiglieri di maggioranza ricercano affari ed interessi personali», mentre altri «sono condizionati o condizionabili». Non si salva neanche «l’apparato burocratico e la sua espressione massima (ossia, il segretario generale, n.d.r.), sottomesso alla volontà del potere politico». E come se non bastasse, «una magistratura più attenta dovrebbe ricordare che l’azione penale è obbligatoria quando un pubblico ufficiale ingiuria e minaccia un altro pubblico ufficiale».
Le pesanti accuse in premessa sono quelle mosse dal coordinatore siciliano di Sinistra democratica, Gianni Battaglia, che si è riservato di denunciare anche «in altre opportune sedi» quanto sta accadendo in consiglio comunale. Il senatore ibleo ha citato anche fatti precisi. A proposito dei Peep, ha detto che si è agito dopo «preventive intese e percorsi concordati con ben precisi imprenditori» e che anche «l’apparato burocratico ha responsabilità sulla mancata pubblicazione della delibera del 30 gennaio»; poi, ha posto l’accento sugli interessi specifici dei consiglieri (mai invero citati) Giuseppe Cappello, fratello di Amedeo, presidente della cooperativa «San Leonardo» che gestisce in proroga l’impianto di sollevamento, e Rita La Terra, presidente della cooperativa «Artemide», che fattura con il Comune 900 mila euro annui e che con l’ente ha 10 contenziosi in corso.
«Da mesi – ha replicato il sindaco Dipasquale – assistiamo al tentativo di delegittimazione dell’amministrazione, tramite la cultura del sospetto. Ma la gente non crede più al senatore Battaglia!».
Ieri si è intanto insediato in consiglio il consigliere Santina Fazzino, subentrata alla dimissionaria Daniela Allù. La seduta si è aperta con le scuse formali presentate da Giuseppe Cappello all’intero consiglio e al capogruppo Calabrese per lo spiacevole episodio che ha caratterizzato l’ultima riunione.
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