di Redazione

PALERMO, 2 LUG È atteso tra domani e dopodomani il verdetto del comitato Unesco che da Bonn proclamerà l’ingresso di 29 nuovi siti nell’ambita World Heritage list. A essere candidata è anche la Sicilia, per “il sincretismo culturale rappresentato dall’architettura arabonormanna di Palermo e dalle cattedrali di Cefalù e Monreale”.
Per la Sicilia si tratta del settimo riconoscimento, che farebbe dell’Isola la regione con il più alto numero di siti Unesco. “È un riconoscimento alla storia e all’arte dell’Isola che può rappresentare una grande opportunità per le eccellenze produttive del territorio spiega Aurelio Angelini, direttore dell’Unesco Sicilia ma è anche un riconoscimento a un modello antesignano di convivenza tra popoli e religioni diverse. La Sicilia è sempre stata una terra che ha aperto le braccia allo straniero, al contrario di quei Paesi che oggi si scontrano sulle quote di accoglienza e preferiscono ergere muri e steccati a chi fugge dalla guerra, dalla fame e dai disastri ambientali”.
Lungo e variegato è l’elenco dei siti patrimonio dell’umanità presenti nella regione. Si va da due siti naturalistici (Etna e isole Eolie), a due parchi archeologici (Valle dei templi e villa romana del Casale), dalle città tardobarocche della Val di Noto, a Siracusa e la necropoli di Pantalica. Il percorso arabonormanno in attesa di riconoscimento è costituito da nove monumenti, di cui sette sono a Palermo, come il Palazzo Reale con la cappella Palatina, la chiesa di San Giovanni degli Eremiti e quella di Santa Maria dell’Ammiraglio (nota come chiesa della Martorana), la chiesa di San Cataldo, la cattedrale di Palermo, il palazzo della Zisa, Ponte dell’Ammiraglio, la Cattedrale e il chiostro di Cefalù e Monreale. Una cifra stilistica unica (sintesi di una tradizione islamicabizantina, romana e latina), un ottimo stato di conservazione e un’adeguata tutela istituzionale: sono questi i fattori che hanno permesso di candidare nove siti del percorso arabonormanno all’interno del patrimonio mondiale Unesco. Questi monumenti, tra i tanti presenti, sono gli unici a rispondere ai requisiti d’integrità, autenticità e conservazione richiesti dall’Unesco per rientrare nella World Heritage List, al contrario di altri siti che invece soffrono di problemi di conservazione e fruizione e richiedono interventi infrastrutturali; come il Castello a Mare, il parco della Favara, la chiesa di Santa Maria della Maddalena, il Castello di Mare dolce, la chiesa della Magione e la Cuba. Palermo, inoltre, presenta numerosi complessi architettonici che hanno caratteristiche e tracce arabonormanne, ma che a causa della perdita di elementi di originalità, non sono candidabili, come la Cuba Soprana (Villa Napoli) e la piccola Cuba, la Cappella di santa Maria dell’Incoronata, san Giovanni dei Lebbrosi, la chiesa di Santo Spirito (chiesa dei Vespri), quella di santa Cristina la Vetere, Uscibene, Qanat e i bagni di Cefalà. Il percorso “Palermo arabonormanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale” è promosso dall’assessorato regionale dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana, dalla fondazione Patrimonio Unesco Sicilia e dalla Fondazione Sicilia. (ANSA).
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