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04/12/2007 00:00

Antiracket, riflessioni sulla legalità a Scicli

di Redazione

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Una riflessione sulla presenza criminale a Scicli, sui presidi a tutela della legalità, contro racket e usura, a poco più di un mese dall’omicidio per una vicenda di droga che ha scosso gli animi dell’opinione pubblica.
L’associazione antiracket di Scicli promuove per domani pomeriggio a palazzo Spadaro, alle 18, un convegno sul “Ruolo dell’associazionismo nella lotta al racket e all’usura”, col patrocinio del Comune.
Correva l’anno di grazia 1999. Una banda emergente aveva iniziato l’attività di intimidazione ambientale ai danni delle strutture produttive del territorio. In quelle settimane due omicidi. Il primo, il 24 agosto del 1999, vide cadere sotto i colpi di un’arma da fuoco Carmelo Alessandrello, un ambulante comisano freddato in via Ganzirri a Donnalucata. Passano tre settimane, e il 19 settembre è la volta di Daniele Rizzotto, un giovane incensurato freddato con un colpo di fucile alla schiena, in contrada Trillalici, tra Donnalucata e Cava d’Aliga.
Nacque l’associazione antiracket, nel breve volgere di pochi giorni l’operazione Firefox assicurò alla giustizia i responsabili di alcuni attentati incendiari, mentre il processo per l’individuazione dei responsabili degli omicidi hanno registrato alterne vicende. La segheria incendiata fu ricostruita con i fondi dell’Antiracket e del Ministero dell’Interno. Da allora, tanti attentati incendiari in città, ai danni ora di cassonetti, ora di auto, o di aziende agricole. Episodi di cui sono stati autori personaggi diversi, come dimostra l’elenco degli arrestati in questi anni. Di recente, una organizzazione dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti è stata smantellata dai carabinieri. Gli associati incendiavano auto e cassonetti per sviare le indagini e indurre gli inquirenti a credere a un giro del racket.
Da giugno a ottobre una ventina gli episodi incendiari in città, forse di matrice diversa. L’escalation criminale ha raggiunto il suo apice con l’omicidio di Giuseppe Drago, i cui presunti autori sono stati assicurati alla giustizia. Alla base dello scontro che avrebbe portato al fatto di sangue una questione legata a una partita di droga.
La città riflette oggi sui presidi in difesa della legalità, in una comunità che non ha mai riacquistato la necessaria e auspicata serenità in questi anni.