di Redazione

Un altro giorno è andato, ma alla Provincia continua a non muoversi foglia. Ci sono un presidente eletto dal 14 maggio ed un consiglio che s’insedierà lunedì. Non c’è ancora ufficialmente una giunta, anche se Franco Antoci l’ha nominata il 28 maggio, ma non ha potuto ancora insediarla perché ci sono almeno due questioni rimaste irrisolte a cominciare dalla scelta di Giovanni Cosentini (Udc) tra la carica di vice sindaco e che riveste attualmente e quella di assessore in via del Fante. I due incarici sono incompatibili e pertanto Cosentini deve optare per una delle due. Per fare tale scelta, la legge pone un limite di dieci giorni. Questi sono ampiamente trascorsi, ma Cosentini continua a far finta di nulla.
L’altra questione ancora sul tappeto è rappresentata dalla riorganizzazione delle deleghe assessoriali. Il presidente Antoci aveva dato tempo ai partiti fini a venerdì scorso per consegnargli una proposta. Il tempo, anche in questo caso, è già scaduto, ma non accade nulla.
Ieri poteva essere la giornata buona per risolvere le due problematiche e cominciare a dare il via all’Antoci-bis. Ma, come si era capito già sabato, anche quest’appuntamento che i partiti si erano dati è stato rinviato. Stavolta, la causa sono stati gli impegni professionali del presidente di Alleanza nazionale Carmelo Incardona, bloccato a Milano. Il presidente Antoci, nel dare la comunicazione, è stato lapidario: «Saranno fissati successivamente data e orario della riunione».
Considerati gli impegni dei parlamentari, è assai probabile che se ne riparli nel fine settimana. Con il rischio di arrivare alla seduta d’insediamento del consiglio provinciale (lunedì alle 18) con una giunta solo sulla carta e passibile di ulteriori cambiamenti (dopo quelli di Leontini, Moltisanti e Incardona di cui si sapeva fin dal giorno della presentazione delle candidature).
Dopo la giunta, però, anche il Consiglio potrebbe restare impigliato nelle secche del rinvio costante dei partiti della CdL. Perché, oltre a consegnare ad Antoci la proposta di ripartizione delle deleghe, i partiti devono ancora sciogliere il nodo della presidenza e della vice presidenza del Consiglio provinciale. Il voto del 13 e 14 maggio ha cambiato le carte in tavola, disegnando una diversa geografia all’interno della Casa delle Libertà. Ed adesso An ed Mpa vorranno portare all’incasso l’assegno ricevuto dagli elettori. Entrambi aspirano alla visibilità in Consiglio, specie Mpa che, in base agli accordi pre-elettorali, non potrà chiedere assessorati fin quando resterà nella giunta di Vittoria. E questo nodo non sarà così semplice da sciogliere. A meno che Forza Italia non decida (cosa assai difficile) di fare un passo indietro per il Consiglio.
L’impasse dei partiti di centrodestra ha, di fatto, paralizzato la Provincia, dove il solo presidente Franco Antoci è nel pieno delle sue funzioni e cerca di svolgere il ruolo di presidente e quello di assessore a… tutto. Una situazione che non può certamente proseguire oltre, anche perché di mezzo ci va il nome dell’istituzione e della provincia di Ragusa. Ma di questo pare non curarsi nessuno, tantomeno i partiti di opposizione, tutti alle prese con le continue divisioni e liti, che ne contrassegnano il cammino da sempre.
La paralisi di viale del Fante ha ripercussioni anche sul Comune. Sulla carta, sono due gli assessori in partenza. Giovanni Cosentini e Giovanni Occhipinti. Quest’ultimo punta diritto alla poltrona di presidente del Consiglio provinciale. Senza di questa non intende rinunciare al posto in corso Italia. Cosentini, invece, potrebbe rimanere in Comune. Perché nella giunta provinciale si ritroverebbe, quasi certamente, con deleghe di secondo piano. Allora, tanto vale tenersi strette quelle che gli ha assegnato Nello Dipasquale, che di visibilità ne danno parecchia.
Dipasquale, che aveva annunciato il rimpasto dopo le elezioni provinciali, resta, a sua volta, bloccato. Anche se, ufficialmente, fa finta di nulla: «A me – si limita a dire – finora i partiti non hanno chiesto di avviare il rimpasto». E il gioco delle parti continua.
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