di Redazione

«Ora abbiamo il dovere di portare avanti il programma»: il presidente della Provincia, Franco Antoci, vorrebbe mettere alle spalle la lunga stagione dell’assetto politico della sua giunta. Tre rimpasti ancor prima dell’insediamento costituiscono un record del quale non si sente fiero. «Gli impegni – ricorda Antoci – non mancano. Penso soprattutto alla viabilità. Nei prossimi tre anni avremo a disposizione gli 84 milioni del Governo e conto di dare vita a un tavolo di concertazione con i sindaci, il consiglio provinciale, l’osservatorio sulle strade per capire come sia più proficuo spendere queste risorse. Si tratta di una grande occasione e solo con il contributo di tutti riusciremo a compiere le scelte più opportune per il nostro territorio».
Prima ancora ci sarà però da affrontare lo scoglio del bilancio. Lo strumento finanziario approda in aula già domani. I trenta giorni concessi dal commissario Antonio Garofalo per la sua approvazione sono già scaduti e la seduta di domani appare come l’ultima utile prima dell’intervento del commissario (che potrebbe anche portare allo scioglimento del consiglio).
Entro domani Forza Italia attende una risposta dallo stesso presidente Antoci sull’attribuzione all’assessore Mommo Carpentieri della delega al turismo. Antoci non chiude la porta ma non comprende la fretta di Forza Italia: «Con Forza Italia – ha dichiarato ieri – ci risentiremo. La questione è complessa e non può trovare una soluzione immediata. Credo che tra una quindicina di giorni potremo riparlarne con più calma».
Tra 15 giorni saremo però a già a ferragosto. Nel frattempo potrebbero maturare importanti novità al consorzio universitario. Il presidente Piero Cascone ha preannunciato al direttore Gustavo Dejak la sua intenzione di rassegnare le dimissioni. Sino a ieri la lettera raccomandata, che Cascone assicura di aver già spedito, non era però ancora pervenuta in via Dottor Solarino.
Le sue dimissioni aprirebbero, in piena estate e con sei mesi di anticipo, il dibattito sulla successione. Alleanza nazionale si sente in diritto di esprimere il presidente, Forza Italia non pare per nulla intenzionata a lasciare spazi agli alleati. Gestire i debiti con l’Università e i crediti con i comuni morosi è un piatto assai appetibile al tavolo della politica. In questo contesto la delega al Turismo potrebbe anche divenire una “merce di scambio” anche se la partita non può ritenersi solo tra Forza Italia e Alleanza nazionale. L’Udc, infatti, potrebbe chiedere un risarcimento per questa delega e, nel partito di Casini, l’obiettivo numero uno resta quello di avere un maggior peso nella sanità, oggi in mano, quasi esclusivamente, a uomini espressione o di stretta fiducia di Forza Italia.
La politica non andrà in vacanza se prima non avrà dipanato questi nodi. L’incertezza è però il peggior nemico delle buone realizzazioni e, in questa fase, il tempo andrebbe impiegato per mettere, ad esempio, nelle migliori condizioni gli studenti che il prossimo anno accademico sceglieranno le facoltà della provincia di Ragusa. È in corso un contenzioso, anche abbastanza duro, con l’Università di Catania e in questo momento a Ragusa non si riesce neanche a capire se il presidente (peraltro spesso fuori sede) sia ancora in carica. Nel frattempo la Banca agricola, l’Azienda ospedaliera e l’Azienda sanitaria si sono tirate fuori dal consorzio che ora si regge sulle gambe (e sui contributi) della Provincia, dell’associazione Libera università e dei comuni di Ragusa, Modica, Comiso e Vittoria.
La politica non va in vacanza anche perché gli scossoni sono quotidiani. Dopo l’ex assessore Turi Brinch, il consigliere provinciale Giovanni Digiacomo, i consiglieri comunali Salvatore Girlando e Salvatore Monaca, l’Udc ha perso anche Pierluigi Aquilino. Il presidente Franco Antoci assiste a questa emorragia senza scomporsi: «I partiti – dichiara – non sono più organismi monolitici. I Ds a Vittoria, la Margherita a Ragusa e per molti aspetti anche Forza Italia dimostrano che la crisi dei partiti è generalizzata. Sono situazioni che si verificano sempre più spesso, anche perché non c’è più l’ideologia a vincolare gli iscritti ai partiti. Per quanto riguarda la Provincia credo, però, che l’autosospensione di Digiacomo sia destinata presto a rientrare».
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