di Redazione
Apofruit Italia torna ad incontrare a Cesena clienti, fornitori, istituzioni e partners per illustrare i risultati ed i progetti di questi due anni impegnativi ma fruttiferi. Tra i dati più eclatanti del bilancio, spiccano gli investimenti effettuati (24,6 milioni di euro) e quelli in previsione (20 milioni di euro), il fatturato (230 milioni di euro) e il numero dei soci (4.300). Tutto pronto per il lancio di una campagna europea per il marchio Almaverde Bio.
Che siano stati anni importanti (dopo due annate di profonda crisi del comparto ortofrutticolo) lo dimostrano anche i dati che fotografano l’attuale identikit della grande cooperativa che, partita in Romagna 48 anni fa, ha saputo diventare una grande azienda italiana con stabilimenti propri e soci diretti nelle zone strategiche della nostra penisola. Un vero e proprio sistema a rete che permette alla cooperativa, pur nelle complessità innescate dalle sue grandi dimensioni, di mantenere una notevole flessibilità e soprattutto di dare ad ogni produttore l’esatto risultato del mercato. Un sistema che consente anche di fornire ai clienti un pacchetto molto ampio di prodotti.
Oggi Apofruit Italia conta 4.300 soci, 11 stabilimenti e 6 centri di ritiro, lavora annualmente 250 mila tonnellate di prodotto conferito dai soci, ha un fatturato consolidato di 230 milioni di euro e un patrimonio netto di 60 milioni di euro. Attualmente dà lavoro a 160 dipendenti fissi e 2400 stagionali. Negli ultimi tre anni ha investito 24,6 milioni di euro in strutture e nuove tecnologie. In Metaponto, dove oggi opera con due stabilimenti, ha sviluppato la produzione e potenziato le strutture. Ha portato a termine il processo di fusione con Agra-Solemilia di Modena e ha avviato una precisa politica di sviluppo in Sicilia. Cosicché oggi può contare su 3 stabilimenti di lavorazione in Emilia (Vignola, S.Martino in Spino, Altedo), 4 stabilimenti di lavorazione (Pievesestina, Longiano, Forlì e S.Pietro in Vincoli) e 3 di ritiro e stoccaggio (Russi, Piagipane, S.Pietro in Campiano) in Romagna, 1 stabilimento di lavorazione ad Aprilia (in provincia di Latina),
“Ma abbiamo mantenuto la natura di azienda cooperativa di primo grado – evidenzia Enzo Treossi, Presidente di Apofruit Italia – che ci piace molto perché garantisce un rapporto poco mediato tra produttore e mercato. Siamo molto orgogliosi, inoltre, di essere una cooperativa, forma di impresa oggi più che mai attuale, anche se pensiamo che nella cooperazione occorra misurare di più le esperienze, le persone e i comportamenti”.
Tra i successi di Apofruit Italia in questi due anni c’è da elencare anche il consolidamento della propria posizione sul mercato del biologico: oltre 25 mila tonnellate di prodotto per un fatturato di 40,5 milioni di euro. “Dopo 7 anni di intensa attività promozionale – informa Renzo Piraccini, direttore generale di Apofruit Italia – il nostro marchio Almaverde Bio è leader nel mercato italiano dei prodotti biologici. Il marchio è conosciuto e apprezzato dal 69,5% dei consumatori di bio nella moderna distribuzione. Nel 2009 puntiamo a superare i 50 milioni di euro di fatturato”. Nei prossimi tre anni la strategia di sviluppo della marca Almaverde si allargherà, infatti, all’Europa.
Produttivo si è dimostrato anche l’impegno, con l’acquisizione di nuovi brevetti, sul fronte delle nuove varietà ortofrutticole. Negli ultimi tre anni Apofruit – che già partecipa ai progetti più innovativi del settore quali Serenella, Pink Lady, Mela Più e Zespri Gold – ha sottoscritto accordi con Sun World per le nuove varietà di uva senza semi e susine, con Modì Europa per sviluppare l’omonima mela e con Syngenta per il pomodoro Dunnè e per Bibo, il mini cocomero senza semi.
E per il futuro? “Nel triennio 2008/2010 – conclude Renzo Piraccini – abbiamo in programma altri investimenti per oltre 20 milioni di euro. I nostri obiettivi sono sempre gli stessi accentuare le specializzazioni sui diversi prodotti, incentivare l’innovazione, segmentare le diverse specie, aumentare l’efficienza e ridurre i costi, aumentare l’export”.
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