Il 12 aprile dl Cine Teatro Aurora
di Redazione
Modica – Anteprima del film “I Pionieri” del modicano Luca Scivoletto giorno 12 Aprile alle 21.00 al Nuovo Cineteatro Aurora di Modica, saranno presenti il regista e il cast. Il film è prodotto da Fandango e Rai Cinema ed è stato girato a Modica. Sarà in programmazione dal 13/04/2023 al Nuovo Cineteatro Aurora.
Sinossi
Sicilia, estate del 1990. Enrico ha dodici anni e tutti i problemi dei ragazzini della sua età. Ma a tormentarlo non sono gli ormoni impazziti o un amore non corrisposto. Il suo problema più grande si chiama Partito Comunista Italiano. Il partito di suo padre – dirigente locale e probabile futuro segretario regionale – e di sua madre, delegata all’educazione ortodossa dei figli: niente religione, niente Reebook, niente Rambo, niente Nintendo. In pratica: niente vita sociale. A parte Renato, l’unico amico di Enrico, anche lui figlio di comunisti (il padre morto per la troppa passione politica e la madre viva ma non meno appassionata) che a dodici anni si veste e parla come un funzionario di sessanta. Lui al comunismo ci crede davvero. Enrico invece vorrebbe solo essere come gli altri.
D’estate andarsene al mare, per esempio, e non in giro con il padre, a convincere i compagni che la svolta voluta dal segretario, l’abbandono della falce e martello, è ormai inevitabile. Farebbe qualunque cosa per evitarlo, anche scappare. Andarsene in campeggio loro due, lontani da sezioni fumose e da cugini maneschi. Non un campeggio normale, no: rifonderanno i Pionieri, i vecchi scout comunisti ormai estinti da decenni. E andrebbe tutto liscio se sulla via della fuga non incontrassero Vittorio, compagno di scuola pluribocciato e manesco che si unisce all’impresa; e Margherita, anche lei in fuga dalla madre, militare americana della vicina base Nato, e da un vero campo scout.
Quattro ragazzini con ben poco in comune, se non la necessità di scappare. Dai militari americani e da una madre che vuole portarti lontano, dai carabinieri e da un altro quartetto, male assortito come il loro: i litigiosissimi genitori di Enrico, l’intransigente madre di Renato e il fascistissimo padre di Vittorio. Per riuscirci Enrico, Renato, Vittorio e Margherita devono restare uniti, che se non si può tornare indietro non si può far altro che andare avanti. Anche se fa paura.
Le note di regia di Luca Scivoletto
C’eÌ€ una fase, poco prima dell’adolescenza, in cui comincia a rompersi tutto. Le cose che ci sembravano normali di colpo perdono senso. Voci discordi si insinuano, la nostra personalitaÌ€ prende forma e preme, da dentro, facendoci cambiare direzione. EÌ€ questo momento breve, di trasformazione, sospeso e anche un po’ magico, quello che ho cercato di captare e rappresentare ne I Pionieri.
Sono partito dalla constatazione che nell’Italia della mia infanzia, ancora divisa tra le basi militari degli americani e il piuÌ€ grande Partito Comunista d’occidente, la politica esercitava sui legami familiari un impatto molto piuÌ€ forte rispetto ad oggi, quasi come il calcio, a volte eccessivo, quindi potenzialmente comico. E sono partito da un disagio personale: figlio di genitori comunisti, nato e cresciuto peroÌ€ nel momento storico sbagliato, gli scintillanti anni ’80, col comunismo in crisi e tutti gli ideali assorbiti da bambino che si facevano, anno dopo anno, sempre piuÌ€ inapplicabili. Il risultato: un precoce e mai risolto smarrimento politico.
L’aspetto autobiografico, peroÌ€, si ferma qui. PercheÌ fin dall’inizio il mio obiettivo eÌ€ stato quello di raccontare una storia universale: l’amicizia simbiotica tra due ragazzini e il modo con cui entra in crisi una volta che uno di loro rompe la bolla di certezze che li ha protetti fin dall’infanzia. Per Enrico e Renato questa bolla si chiama Partito Comunista Italiano, ma ogni spettatore potraÌ€ chiamarla in modo diverso, secondo il proprio vissuto.
Ho sempre visto Enrico e Renato come due nerd, “infettati” dalla passione politica delle loro famiglie e fuori posto nel contesto in cui vivono: una provincia marginale della Sicilia che mi interessava tuttavia agganciare tematicamente a eventi storici molto piuÌ€ grandi, come la fine del comunismo e della Guerra Fredda.
Le scelte di messa in scena hanno preso ispirazione dall’etaÌ€ dei protagonisti. Un’etaÌ€ di passaggio, dove sogni e realtaÌ€ riescono ancora a mischiarsi. Sentivo che di fronte a loro la macchina da presa dovesse porsi a una distanza ironica ma complice, senza arrivare a nascondersi, ma trasmettendo nello spettatore la sensazione che quei ragazzini fossero stati lasciati veramente «soli» mentre tentano di ricostruire, in quel bosco, un mondo tutto loro. Durante le riprese mi sono sforzato di drizzare al massimo le antenne per captare dai miei quattro giovanissimi e straordinari attori i loro sbalzi emozionali, i loro silenzi e le loro maldestre esternazioni, facendo filtrare in ogni scena quanta piuÌ€ veritaÌ€ potessero offrire le loro singole personalitaÌ€ e il loro libero gioco di identificazione con i personaggi. Sentivo peroÌ€ che questa asciuttezza documentaristica avesse bisogno anche di un contraltare. Per questo ho voluto che convivesse con incursioni oniriche, lavorando a fondo percheÌ cioÌ€ avvenisse senza traumi. EÌ€ questo il cinema che amo, capace di registrare la veritaÌ€ di sguardi e palpiti, ma lasciando al tempo stesso la porta aperta ai sogni, siano essi assurdi, irrealizzabili o infranti.
Luca Scivoletto
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