Pubblichiamo, per la prima volta su internet, il testo della rievocazione del fatto d'armi del 1091: Maria Santissima delle Milici, cvosì come scritto dal Pacetto Vanasia nel 1933.
In quell'anno, a cura di Giuseppe Pacetto Vanasia, venne redatto un "copione"in lingua sotto forma di "sacra rappresentazione", che venne poi ristampato nel 1950 e che attualmente si rappresenta.
La foto, dell'edizione 2004, è di Gianni Mania.
RUGGERO, MINISTRO, CAPITANO DEL POPOLO, POI UN NUNZIO
RUGGERO: In questi giorni ho avuto modo di ispezionare le fortificazioni e gli
Avamposti del vostro territorio e mi compiaccio con voi, mio Capitano, per l’intelligente disposizione degli apparati difensivi.
Ho potuto constatare come i miei soldati fraternizzano con gli sciclitani e con quanta solerzia esplicano il loro servizio.
Vada dunque il mio elogio ai volontari sciclitani.
Tuttavia, tuttavia ………….. raccomando più accorta la vigilanza su la torre e venga scrutato il piano ed il mare: siamo in primavera, ed i Saraceni su navi corsare cominceranno a scorrere le nostre accuse per tentare qualche sbarco in cerca di preda.
CAPITANO: Da giorni è stato disposto un servizio più vigile e attivo del consueto; tutte le coste sono ben guardate. L’altro ieri la vedetta della torre di Donnalucata segnalò una nave di pirati che sostava al largo; due dei nostri migliori legni, inviati contro di essa, la misero in fuga. I turchi sanno per esperienza, come le navi e l’esercito del nostro Gran Conte siano forti ed invincibili.
RUGGERO: Tutta la nostra attenzione è posta nel fortificare e difendere il nostro Paese.
CAPITANO: I nostri soldati non sopportano che l’infedele abbatta la Croce, profani i santuari di Cristo e rechi offesa alla Patria, alle donne ed ai loro figli. (squilli, galoppo)
MINISTRO: Altezza! Un nunzio! (pausa)
RUGGERO: Avanti, che nuova tu rechi?
NUNZIO: Altezza! ……dall’alto della torre ……
RUGGERO: Parla ……………….. che accade?
NUNZIO: La vedetta ha scorto ………
RUGGERO: Una nave pirata?
NUNZIO: No, altezza, numerose galere …. su cui sventola l’insegna turca: la Nave del Sultano naviga con esse!
RUGGERO: Non ne dubitavo. L’inverno tempestoso tiene lontano quei ladroni di mare a primavera, avidi di preda, spiegano le vele sui loro legni. (al Nunzio) Va, corri, vola alla torre; dì al Capitano che provveda alla difesa. Io chiamerò il popolo alle armi e, sulla pianura di Donnalucata, attenderò il nemico!
(Nunzio via – pausa)
Miei valorosi, date l’allarme, si chiamino i più forti alle armi, il cuore mi dice che l’aiuto di Dio e Maria non ci sarà negato. Siano confortati i vecchi e i fanciulli; oggi su Scicli bella splenderà il sole della vittoria.
(squilli d’allarme, galoppi ecc…)
(Ruggero e Capitano)
RUGGERO: Si avvererà il sogno? ……… Eravamo accampati su di una vasta pianura. Di rimpetto al mare. Ad un tratto orde disordinate di Mori sbarcano sulla scogliera, irrompendo contro i nostri, i quali, non preparati alla battaglia, attaccati da forze superiori, indietreggiano: ma confortati dalla fiducia che anima chi crede in Dio e in Lui confida fanno tutti impeto contro i nemici, e, in men che non si dica, li ricacciano in mare dove a nuoto pochi di essi raggiungono le navi ancorate al largo della baia.
CAPITANO: E tale sarà la sorte del nemico!
RUGGERO: Chi, chi in verità nell’animo dei nostri aveva infuso tanto ardire? … Sopra di un cavallo bianco, splendente di luce abbagliante, bello il volto, sfavillante la spada, una nobile eroina, Maria Santissima, precedeva i nostri, che si lanciarono alla pugna, quali leoni assalenti un branco di buoi in aperto campo! Possa, possa il sogno avverarsi! Noi non tralasceremo di pregare Maria Santissima che ci aiuti e difenda nella presente lotta.
(suono di campane e martello – preghiera)
“O Vergine Santa, veglia sul tuo popolo fedele. Un nemico forte e potente minaccia la nostra libertà e mira ad abbattere il vessillo della Croce. Se mai tenemmo puro il core e fummo obbedienti alla santa legge di Dio, se ci spinse sempre alla lotta il pensiero di difendere gli oppressi, Tu, o novella Giuditta, arma il tuo braccio possente e abbatti il crudo Dioferne, che in Scicli tua tenta portare morte e sterminio ….”
CAPITANO: Dura sarà oggi la prova, terribile il cimento!!
RUGGERO: Nuovi lutti si preparano al mio popolo fedele, nuove amarezze al mio cuore; ma dalla lotta disuguale il mio esercito ne uscirà più forte e più glorioso!
(squilli, galoppo, …. ecc)
CAPITANO: Un messaggero: forse il nemico avrà sbarcato le truppe!!
MESSAGGERO: Perdona, Gran Conte! Ho corso tanto da sfiancare il mio cavallo …. Non so se posso chiederti …….
RUGGERO: Parla, tu sai che nulla mi spaventa!!
MESSAGGERO: Una nostra staffetta ci ha comunicato che una quantità di armati saraceni sono sbarcati nei pressi di Gela e, distruggendo, facendo violenza, uccidendo, si avvicina alla nostra spiaggia!! Molte navi di scorta veleggiano favorite dal vento di ponente, di conserva con altri uomini sbarcati nei pressi della spiaggia di Micenci, li ha fatto indietreggiare verso la torre, nella speranza di poter loro tagliare la strada verso il Castello ed evitare così di essere chiusi fra due fronti.
RUGGERO: Le notizie che mi rechi corrispondono, anzi sono più gravi di quanto mi era stato segnalato ….
MESSAGGERO: Il mio Capitano, memore della promessa che ci hai fatto nel tuo proclama e nel nostro foro, ti prega di accorrere in nostro aiuto; difendi la nostra città che ti è stata sempre fedele!!
RUGGERO: Tranquillizzati, mio valoroso. Ho predisposto ogni cosa affinché il nostro intervento sia efficace e decisivo.
Il numero dei nostri nemici non ci ha mai impressionato e gli arabi lo sanno per esperienza!!
Torna fra i tuoi soldati, mio amico, e dì ai miei fedeli che il Conte Ruggero non promette mai invano!!
Combatteremo per la libertà dell’isola, della città, e, soprattutto per la fede……. E l’aiuto di Dio e di Maria non ci mancherà!! Va!!
(gli stringe la mano – messaggero via)
(al Capitano)
Andiamo, e che la Vergine Maria ci protegga.
ARRIVO DEI TURCHI
BELCANE: (RIVOLTO AI SUOI SOLDATI)
Figli di Allah, seguaci fedeli di Maometto, miei prodi soldati, siate preparati alla pugna: la vittoria sarà nostra!
Non temete quei cani di Cristiani! Ciascuno di noi pensi che il gran Profeta ha promesso il paradiso a chi muoia combattendo contro loro!!
SOLDATI: Allah! Allah! (battono le scimitarre sugli scudi)
UFFICIALE: Mio Signore, due alfieri sventolano bandiera bianca e precedono un cavaliere: forse i Cristiani si arrendono!!
(entra l’Ambasciatore di Ruggero)
AMBASCIATORE: Belcane! Belcane!
BELCANE: (con arroganza) Cosa vuoi?
AMBASCIATORE: Il gran Conte Ruggero, Signore di questa nobile e generosa terra, desidera conoscere perché con tanto apparato di forze militari tu sei venuto in Sicilia.
BELCANE: Correggi i tuoi detti il Padrone di questa terra sono io e non il tuo Signore e son qui venuto a riscuotere il tributo annuo dovutomi da quest’isola.
AMBASCIATORE: La Sicilia non è più tributaria, essa conosce un solo Signore, il Gran Conte Ruggero, figlio di Tancredi di Altavilla!!
(con energia) Ritorna là donde sei venuto e non indurre i nostri a ricacciarti con la forza in mare!!
BELCANE: Tu affermi il falso! Sulla Sicilia io ho dei diritti che farò valere con le armi se non saranno riconosciuti dal tuo Signore!
AMBASCIATORE: Se ti ostini a rimanere, tu violi il diritto delle genti. Riferirò al Gran Conte che accampi pretesi diritti e vanti un dominio che non ti spetta ….
BELCANE: (ironico) Va, va, riferisci pure ciò che tu vuoi: dispongo di un esercito poderoso e ben armato …… con le armi farò valere le mie ragioni ….. Il tuo Conte è solo responsabile del combattimento che sarò costretto ad intraprendere!!
(l’Ambasciatore va via – Belcane è adirato)
(rivolto ai soldati)
Avete udito, o soldati, le menzogne e la minaccia di guerra di quell’infedele?? Alla scimitarra di un turco potrà opporsi quella marmaglia che contende solo con parole??
Maometto lo vuole, e noi tutti uniti, stretti sotto il suo vessillo, saremo vittoriosi!!
TUTTI: Allah, Allah, Allah
SCENA DELL’EREMITA
UFFICIALE: Chi viene??
SOLDATO: E’ un vecchio barbuto!!
EREMITA: (entrando) Deh! Fate che io parli col vostro capo!
SOLDATO: Il mio sovrano non accorda udienza a te, pezzente!
BELCANE: Lascia, mio fido: cosa desidera quel vecchio??
EREMITA: Sovrano, sono un eremita che da anni vive in questi luoghi molto sangue è stato sparso in questo suolo, molte famiglie per questo sono in lutto e nella miseria; con devastazioni senza tregua, popoli stranieri hanno cercato di assoggettare quest’isola di cui tu oggi contendi il dominio.
Desiderio vivo di pace mi spinge a supplicarti in nome di tante mamme piangenti la perdita dei loro figliuoli, in nome delle afflitte spose invano aspettanti ciascuna il ritorno del proprio marito.
Deh! O gran Capo, fa che cessi ogni lotta e nuovo spargimento di sangue venga evitato!!
BELCANE: Vecchio, non tentare di commuovermi! Non siamo qui venuti per difendere un nostro diritto, diritto che i tuoi amici cristiani hanno violato.
La Sicilia è tributaria al Califfo …
EREMITA: (interrogandolo) No, questa terra libera obbedisce alla famiglia dell’Altavilla e non ad altri!!
BELCANE: (con ira) E’ falso ciò che tu dici!!! Essa appartiene a noi da anni!! Via di qua, brutto ceffo intonacato, non insistere se vuoi salva la vita ….
(un turco si lancia sul monaco cercando di colpirlo)
Lascia, mio fido, lascia che egli segua la sua sorte!!
EREMITA: (allontanandosi)
Vado, vado via ………… Ma tu non provocare l’ira di Dio!!
Cristo disse: “Le porte dell’inferno non prevarranno” e dal sangue sparso dai gloriosi martiri la Sicilia uscirà vittoriosa e redenta.
PARTE IV
AMBASCIATORE: Belcane! Belcane!
BELCANE: Ancora? Cosa vuoi?
AMBASCIATORE: Il mio Signore onde evitare un inutile spargimento di Sangue, chiede di parlarti.
BELCANE: Bene! Bene! Fa venire il tuo padrone!...... Sono ansioso di conoscerlo e sentire cosa ha da dirmi ……..
(ambasciatore via – poi Ruggero e truppa)
RUGGERO: Belcane!!
BELCANE: Cosa vuoi!!
RUGGERO: Il nostro ambasciatore ci ha riferito che tu pretendi avere diritti sulla nostra isola. La Sicilia è indipendente e non tributaria. I nostri sudditi non tollerano essere soggetti a chi mira trarli in schiavitù. Noi Normanni siamo loro uniti da giuramento di mantenere salda la fede in Gesù Cristo, di tutelare questa terra e difenderla dai nemici. Uguale giuramento di fedeltà costringe i siciliani ad aiutarci per mantenere i nostri impegni!!
BELCANE: Parole, parole, nient’altro che parole!! Padroni di questa terra sono i Mori!! Prima della tua, la nostra bandiera sventolò sulle fortezze e nei porti dell’isola!! Voi, voi Normanni, da usurpatori vi sostituiste a noi nel governo; ma il vostro atto di rapina non cancella un diritto di dominio che vantiamo da anni!!
RUGGERO: Noi abbiamo liberato e non usurpato la Sicilia!! Voi Mori foste conquistatori non desiderati, voi fanatici seguaci di un falso Profeta che vi sceglie con la menzogna contro i cristiani che vivono liberi sulle loro terre benedette da Dio. Orsù, non più chiacchierare, non più discussioni vane! O tu farai ritorno nei tuoi domini o noi con la forza ti cacceremo da quest’isola!!
BELCANE: Le tue minacce non m’incutono timore: tu vaneggi e le tue parole sono per me oggetto di scherno! Io mi rido di te e di tutti i tuoi soldati!! Bada alla tua stoltezza!!!
Rifletti bene!!! Per l’ultima volta ti avverto di pagare il tributo che mi devi!! Se tu dovessi rifiutare, non porrò alcun indugio: ho numerosi armati che detestano la morte, con essi sosterrò le mie ragioni sul campo di battaglia!!
TURCHI: Allah, Allah, Allah
RUGGERO: Giacchè abbiamo coscienza di non dare a te ciò che tu chiedi, mentre minacci sostenere con le armi il tuo preteso diritto, non ci resta che opporre le nostre alle tue forze.
Noi Normanni non siamo usi piegarci a che insolentisce o sfida: fin da piccoli fummo educati alla difesa dell’onore della patria e della fede in Gesù Cristo.
Da noi le partite di onore o di libertà vengono saldate con la punta della spada e non con moneta sonante!!
Tu vuoi guerra?? E guerra sia!!
Alle armi, miei prodi, viva Scicli, viva Maria!!
TUTTI: Viva Scicli!! Viva Maria!!