La regia è di Manuel Giliberti
di Redazione

Noto – Si rimette al lavoro il cast di «Aspettavo la neve», lungometraggio in lavorazione dell’archi-regista siracusano Manuel Giliberti. Dopo i primi set nello scenario naturale della Pirrera di Melilli, il castello di Brucoli e il bagno ebraico di Ortigia con gli episodi legati a Piera Degli Esposti nei panni di una santa, a Giulia Gulino prostituta-modella per il «Seppellimento di Santa Lucia» del Caravaggio e Chiara Caselli, madre di Federico II, la troupe di oltre 40 attori riparte questo giovedì da Noto e più precisamente da palazzo Nicolaci e Villadorata.
È in queste dimore d’epoca tra gli incanti del Barocco e l’antico splendore dei suoi stucchi che si racconterà quell’episodio cornice che ha per protagonista una cameriera, interpretata dall’attrice Evelyn Famà, accompagnatrice di un nobile siciliano, che sarà Tuccio Musumeci, pronto a rivelare e svelare tutta la profondità d’animo di quattro donne realmente esistite.
Come la soprannominata regina di Sicilia Franca Florio, protagonista del primo episodio interpretato da Galatea Ranzi, che sarà la moglie dell’industriale palermitano Ignazio Florio. Lei, invidiata dalle altre perché apparentemente in possesso di tutto ciò che una donna vorrebbe avere, sarà chiave di volta metaforica dell’intero film.
«Aspettavo la neve» infatti è la frase che donna Florio pronuncerà alla fine racchiudendo tutto il suo senso d’insoddisfazione: così come una nevicata è rara in Sicilia, anche la felicità della Florio appariva improbabile.
Ha invece già trovato spazio negli austeri e mistici sotterranei dei bagni ebraici di via Alagona, in Ortigia, la storia di un’altra donna aristocratica, Costanza d’Altavilla, madre di Federico II, interpretata dall’attrice Chiara Caselli già a Siracusa prima delle festività natalizia e da tempo innamorata della bellezza della città e del suo mare. Ma non solo. Chiara Caselli, ultimamente sul grande schermo con la produzione francese «Il padre dei miei figli», ha voluto raccontare l’incanto subito dalle bellezze monumentali e paesaggistiche e in particolare dal Castello Maniace, quello che fu di Federico II. Per la prima volta al lavoro a Siracusa, Chiara Caselli che sarà proprio «madre dello stupor mundi», ha confessato di essere «fiera di interpretare un ruolo così importante, in dei luoghi così suggestivi, luminosi e ricchi di storia».
Dopo le riprese netine, il cast di Giliberti si sposterà con ogni probabilità verso il castello di Donnafugata. È lì che si concluderanno le riprese di «Aspettavo la neve», tra i mesi di marzo e aprile. Il tutto per riproporre al cinema ancora una volta «la centralità della donna come femmina che non dimentica di essere madre e moglie ed è capace di rivelare come una magia la sua incredibile forza interiore».
«Un film difficile – ha voluto ammettere Manuel Giliberti nelle sue profonde e sentite considerazioni finali per una pellicola in ogni caso suggestiva ed emozionante -, carico di simbolismi, metafore e significati sfumati, ma anche di forza e riscatto, già da quel titolo dell’impossibile che ritrae la vana attesa della neve in Sicilia, come quella di una qualunque donna che lotta pur sapendo di non poter vincere, comunque l’unica eventualmente capace di salvare questo mondo. E la Sicilia in modo preciso e particolare».
Nel suo primo lungometraggio la terra siciliana era un pretesto, uno sfondo.
Adesso la Sicilia diventa la vera protagonista di un racconto forte e salvifico.
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