di Redazione
Palermo – La tensione all’interno della sua maggioranza di governo è alta, ma il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, non sembra intenzionato a fermarsi, forte anche del sostegno del sottosegretario Gianfranco Miccichè.
I due, ‘avversari’ per poche settimane quando si contendevano la candidatura alla presidenza della regione, si sono riavvicinati e nell’isola sono impegnati in una ‘guerra’ contro l’ex governatore Udc, Salvatore Cuffaro e parte del Pdl legata al presidente del Senato, Renato Schifani e al senatore di Catania, Pino Firrarello.
“I tre del patto del pistacchio” li ha definiti Micciché facendo riferimento ad un incontro avvenuto a Bronte, ‘patria’ appunto del pistacchio, a ridosso dell’Epifania, nel corso del quale i tre avrebbero ‘studiato’ come far cadere Lombardo.
Il ‘terreno’ dello scontro principale resta la Sanità ed il Ddl di riordino della stessa secondo un piano di rientro concordato con il governo nazionale, ma anche sulle più ‘semplici’ nomine dei dirigenti generali, ci sono state frizioni.
Sul tema più ‘caldo’ il presidente della Sicilia, sembra non vedere l’ora che il testo, oggetto di scontri in commissione Sanità all’Ars – che hanno visto il governo regionale soccombere – arrivi, presto, a Sala d’Ercole.
“Qualunque sia il testo a me va bene: purché esca dalla commissione Sanità e vada in aula. Sono certo che l’Assemblea partorirà la migliore riforma per la Sicilia”. Ma non è una ‘resa’ quella del governatore che ribadisce, chiaro e tondo, di avere lo stesso punto di vista del ‘suo’ assessore, il pm antimafia in aspettativa Massimo Russo: quando il testo di legge arriverà in Aula, “lo valuteremo – dice Lombardo – e se non mi convincerà avrò il dovere di presentare degli emendamenti”.
Il governatore e l’assessore alla sanità vogliono accorpare la gestione di Asl e ospedali riducendo i manager da 29 a 17, mentre l’altra parte della maggioranza, Udc e Pdl (ma una parte di An, vicina a Raffaele Stancanelli, sostiene Lombardo così come alcuni deputati ‘vicini’ a Gianfranco Micciché), punta ad una netta separazione delle competenze e ‘limita’ la riduzione dei dirigenti a 23. E oggi, la Commissione sanità dell’Ars ha votato a maggioranza (8 voti su 15) l’articolo del Ddl che prevede 23, Aziende sanitarie e lo scorporo di ospedali e Asl nonché il mantenimento nelle sei province non metropolitane di doppie strutture, aziende sanitarie e aziende ospedaliere.
Il ricorso all’Aula ‘desiderato’ da Lombardo, e soprattutto la possibilità di presentare emendamenti qualora il testo – che dovrebbe lasciare la commissione domani – non ‘convinca’ il presidente e l’assessore, potrebbe riservare ‘sorprese’. Mpa, infatti, sostiene di avere, a Sala d’Ercole, la maggioranza che non ha in commissione sanità. Alcuni deputati del Pdl, ma anche dell’agguerrito Udc, potrebbero, infatti, se si votasse con il voto segreto, approvare la linea Lombardo-Russo.
Una questione di numeri, insomma. I deputati Ars sono 90, Lombardo potrebbe contare su 7-8 dei voti del Pdl a cui si sommerebbero i 15 deputati dell’Mpa. Per diventare ‘maggioranza’ a quel punto ‘basterebbero’ i 29 voti del Pd. Si tratterebbe, insomma, di una maggioranza a ‘geometria variabile’ che il capogruppo del Pd all’Ars, Antonello Cracolici, annuncia come “inesistente”.
Ma il fatto è che il partito democratico ha “una comune visione”, in tema di sanità, con il governatore e l’assessore Russo. Il ‘nervosismo’ in seno alla maggioranza, ieri, è esploso ‘a mezzo stampa’. Ai capigruppo Udc, Rudy Maira, e Pdl, Innocenzo Leontini, che hanno affermato, a proposito di Russo “ormai più che davanti ad un assessore che opera sulla dottrina ci troviamo davanti ad un baro” tacciando come falsa l’affermazione dell’assessore circa un obbligo per la Sicilia di adeguarsi ai requisiti fissati dalla norma nazionale per l’istituzione delle aziende ospedaliere, ha risposto in maniera assai dura Lombardo: “Ho letto le dichiarazioni degli onorevoli Leontini e Maira e non credo ai miei occhi. Le loro espressioni hanno abbondantemente travalicato il limite della decenza, del buon gusto e della buona educazione”.
Subito dopo Lombardo si è riunito con la giunta per decidere le nomine dei dirigenti generali dei dipartimenti regionali nonostante Udc e Pdl ‘desiderassero’ prima un accordo. L’accordo non c’era e così 6 assessori hanno lasciato la riunione ma poi due sono rientrati: “Due dei quattro (tre dell’Udc e uno di Forza Italia ndr.) – ha spiegato Lombardo – sono usciti ammiccando e sorridendo come per dire ‘il mio cuore è con voi, ma non posso dispiacere il mio leader'”.
Oggi, anche se non confermate, si sono susseguite voci di possibili dimissioni di assessori ma Lombardo, interpellato sul punto ha risposto, senza esitazione:”assicureremo il plenum”. E a chi gli chiedeva se questi contrasti in seno alla maggioranza dureranno fino alla fine del mandato ha detto: “Io vivo benissimo, convivono meravigliosamente con la gente, come dimostrano i sondaggi”.
Nella foto, cannoli siciliani, di cuffariana memoria. Stavolta al pistacchio di Bronte
© Riproduzione riservata