Roma - Con una temperatura superiore di 2,18 gradi rispetto alla media storica, l'estate 2021 si classifica fino ad ora dal punto di vista climatologico come la quarta più calda in Italia da quando sono iniziate le rilevazioni nel 1800, secondo i dati Isac Cnr. Mentre - secondo le rilevazioni NOAA, l’agenzia federale statunitense che studia il clima - luglio 2021 è stato il più caldo mai registrato sulla Terra, da quando si tiene traccia delle temperature globali. Attendiamo i dati di agosto, tuttavia l’aumento delle temperature in Italia non è un fenomeno isolato ma strutturale: la classifica degli anni più caldi si concentra infatti nell'ultimo periodo e comprende nell'ordine 2018, 2015, 2014 e 2019. Tre anni fa il New York Times presentò sul suo sito una app in cui, scrivendo una città, ne calcolava la temperatura massima negli anni passati, predicendo anche quella dei futuri. Ai tempi, segnando 2100, un futuro che sembra ancora lontano, il termometro in Italia toccava 55 gradi.
Uno scenario apocalittico ma non incredibile visto che negli ultimi 10 anni il ritmo della crescita delle temperature medie è aumentato, assestandosi ad oggi a 1,5°C in più ogni 4-5 anni. Basta fare il conto per accorgersi che l’inferno in Terra, pronosticato dal quotidiano americano a fine secolo, non è poi tanto cinematografico. Quale sarebbe a quel punto scenario per l’umanità. Vero è che in 80 anni scienza e tecnologia faranno passi avanti da gigante, ancora inimmaginabili. Ma saranno a disposizione di tutti gli abitanti? Dai summit mondiali sul clima che si tengono ogni anno continuano a emergere solo dichiarazioni d’intenti e tante buone intenzioni, ma di concreto poco o nulla. Uno dei problemi insormontabili è che l’industria fossile è necessaria anche per auto-convertirsi in “verde”: ce n’è bisogno, a livello industriale, perché venga superata.
Siamo sempre più vicini alla catastrofe climatica. Basta un grado in più per creare un ciclone con nubifragi, alluvioni, frane dagli effetti devastanti. Specie nel sud del mondo dove, secondo il NYT, la colonnina di mercurio supererà i 60 gradi. Le migrazioni esploderanno, con interi continenti abbandonati a favore delle aree del pianeta ancora abitabili. Perdiamo già decine di specie animali e vegetali ogni anno, la maggior parte si estinguerà e tutto il Mediterraneo, nella stagione estiva, diventerà un forno invivibile. I prezzi di diversi beni saliranno alle stelle ma rischierà anche chi potrà permettersi condizionatori e approvvigionamenti d'acqua, il nuovo oro: a certe temperature schizzano i pericoli per bambini, anziani, persone con patologie croniche; per i lavoratori esterni la vita diventerà un incubo insopportabile. La Sicilia è già in ginocchio ora e le previsioni non sono rosee, in particolare per la vicina provincia di Siracusa.
Purtroppo anche in quella di Ragusa non mancano tutt’oggi emergenze. Governance idrica debole, gestioni frammentate passate e centinaia di migliaia di utenti sottratti alla regolazione tariffaria sono carenze che impediranno qualsiasi politica: le perdite di acquedotto, ovvero le «rotture» di tubi per chilometri di rete, al Sud continua a essere il 33,6% contro il 22 di media nazionale. L’Autorità denuncia inefficienze ovunque: “nella fruizione dei servizi, nella realizzazione degli investimenti, nell’attività legislativa regionale, nei meccanismi decisori degli enti di governo”. Il Pnrr nota che «precedenti esperienze dimostrano che nel Mezzogiorno l’evoluzione autoctona del sistema non è percorribile senza un intervento centrale finalizzato alla sua risoluzione». Le ultime vittime, in questi mesi, la diga Sciaguana e il fiume Alcantara. La salvezza per l’Isola, forse, verrà dal suo mare, investendo nei dissalatori.