Acate - Sarebbero due gli autori della barbara uccisione del pony, domenica scorsa nelle contrade di Acate, individuati dai carabinieri grazie alla targa del veicolo con cui hanno rubato l’animale al proprietario, residente in zona, ripresa da una telecamera di video sorveglianza della zona. Uno è un 33enne del posto e avrebbe confessato di aver trascinato la povera bestia in strada, fino ad ammazzarla. I condizionali sono d’obbligo visto che non sono state rilasciate comunicazioni ufficiali dal comando, né tantomeno sono uscite fuori le generalità della coppia di bruti.
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Di certo c’è solo che gli acatesi non ci stanno ad essere bollati mediaticamente come orchi omertosi e se la sono presa pure con Riccardo Zingaro, accusandolo di aver gettato fango sul paese ragusano con la sua denuncia: “Ho fatto il mio dovere - ribatte il delegato Oipa -, la colpa è di chi si volta dall'altra parte". Ci ha messo una pezza dichiarando, poi, che diversi residenti avrebbero contribuito alle indagini consegnando spontaneamente ai militari i filmati delle proprie videocamere. E mentre si avvicina la grande manifestazione di domenica indetta da Enrico Rizzi, sul caso - diventato nazionale - nel frattempo hanno detto la loro Ihp-Italian Horse Protection e Lndc-Animal protection.
Da ultimo ha presentato un esposto in Procura pure l’Aidaa-Associazione italiana difesa animali e ambiente – che non crede all’attenuante della follia e per voce del suo presidente, Lorenzo Croce proprio ieri ha rilasciato un appello sui social, allegato in fondo, in cui chiede pene più severe per quello che è a tutti gli effetti un omicidio. Bastasse la coercizione, per risolvere un problema di indifferenza verso la vita che è soprattutto culturale. È proprio questo un motivo per cui la loro identità dei responsabili difficilmente sarà svelata dagli inquirenti. L’occhio di bue sul fattaccio di Acate è diventato talmente luminoso che potrebbero diventare oggetto di attacchi, ritorsioni, minacce, intimidazioni.
Potrebbe trattarsi, inoltre, di soggetti con disturbi psichici, in cura presso Asp o Sert: motivo di più per preservarne l’incolumità che gli concede uno stato di diritto e non di rappresaglia. Se fossero due balordi Anche per altri fatti di cronaca viene spesso tenuta nascosta l’identità degli indagati: anche solo le iniziali, in un territorio così piccolo, basterebbero a identificarli. L’importante è che, quando e se riconosciuti colpevoli dalla giustizia, paghino le loro colpe - in base a quanto prescrive l’attuale codice penale italiano che, finché non sarà modificato in Parlamento, prevede la tutela anche dei delinquenti - senza bisogno di gogne mediatiche o peggio.