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10/01/2023 10:47

Alvaro Vitali dal successo alla depressione: “Vivo con 1200 euro al mese”

L’attore si racconta in un’intervista, dagli inizi con Federico Fellini al successo al cinema, fino a quando il telefono ha smesso di squillare.

di Redazione

Alvaro Vitali dal successo alla depressione: "Vivo con 1200 euro al mese"
Alvaro Vitali dal successo alla depressione: "Vivo con 1200 euro al mese"

Alvaro Vitali oggi vive con 1200 euro di pensione e qualche spettacolo al Sud. “Prima cambiavo donne e macchina ogni tre mesi”.
Alvaro Vitali torna a parlare in una lunga intervista su Repubblica dove svela che, dopo tanti anni di carriera, è stato abbandonato dal cinema e dal mondo dello spettacolo. Oggi per vivere si poggia sulla pensione di 1200 euro che è la sua unica fonte di reddito. Svela poi alcuni particolari interessanti sulla sua carriera.
Dagli inizi “per caso” con Federico Fellini, che di fatto gli ha cambiato la vita, Alvaro Vitali ha ripercorso la sua intera parabola di carriera, arrivando a quel periodo in cui sostiene di aver salvato il cinema italiano: “Almeno la commedia all’italiana, che stava morendo negli anni Settanta”.
Alvaro Vitali è stato un volto di riferimento del cinema italiano per un lungo periodo di tempo. Protagonista della cosiddetta commedia sexy all’italiana, a dispetto della fama incredibile raggiunta in un determinato momento storico, da tempo racconta di essere stato di fatto escluso, come ha ribadito in un’intervista rilasciata a Repubblica nelle scorse ore.

L’attore simbolo di tanti titoli della commedia sexy Anni 70 e dei (cosiddetti) b-movie di quel decennio da tempo è stato lasciato ai margini dal mondo del cinema. “A un certo punto il telefono ha smesso di squillare – dice a “Repubblica” -. Nessuno mi ha più fatto lavorare”.
Oggi, a 72 anni, per il futuro ha solo un’ambizione: “Vorrei fare un ultimo film, per fargliela vedere a chi non ha più creduto in me”.
Quella di Alvaro Vitali è una storia non comune. Quella di un ragazzo di diciotto anni che lavora come elettricista e non pensa per nulla a fare il cinema e che quasi per caso si trova a un casting in cui cercano comparse e viene scelto da Federico Fellini. Con il Maestro del nostro cinema Vitali gira ben quattro film, anche se con ruoli da comprimario (“Satyricon”, “Roma”, “I clown” e “Amarcord”). Ma la svolta della carriera arriva quando Nando Cicero lo sceglie per “L’insegnante”, una delle classiche commedie di quegli anni in cui si mescolano situazioni da barzelletta e momenti sexy, dove deve recitare accanto a Edwige Fenech. “Non potevano chiedermi di meglio – dice lui commentando il ruolo che gli affidarono, di un alunno siciliano affascinato dalla Fenech -: mi ero sempre ispirato a Lando Buzzanca (recentemente scomparso – ndr)”.

I film del genere, anche se guardati sempre con disprezzo dalla critica, piacciono al pubblico e Vitali ne macina un centinaio, tra insegnanti, dottoresse e Pierini. In quegli lavora accanto a grandi caratteristi come Mario Carotenuto e Renzo Montagnani, e con le più belle attrici della commedia sexy, da Gloria Guida alla Fenech, per arriva ad Annamaria Rizzoli e Michela Miti. Fino a quando nel 1983 qualcosa va storto. ” Paulo Roberto Cotechino, centravanti di sfondamento” non incassa quanto si attende e per Vitali le porte del cinema si chiudono dall’oggi al domani. “Il telefono ha smesso di squillare – spiega -. In quegli anni partì il filone dei cinepanettoni ma niente. Nessuno mi ha più fatto lavorare”. Spariscono i produttori ma anche molti compagni di lavoro (” Lino Banfi non mi ha più cercato. E ne provo dolore”). Sono arrivati anni duri, segnati dalla depressione, con fugaci momenti di gioia come gli anni a “Striscia la notizia”, che nei primi anni 2000 lo ha recuperato dal cono d’ombra in cui era finito. Oggi ad Alvaro Vitali sono rimasti una pensione da 1.200 euro, per via di tantissimi contributi non versati all’epoca dalle case di produzione, e qualche serata qua e là. Ma l’attore non dispera e vorrebbe un’ultima occasione: “Un ultimo film, per fargliela vedere a chi non ha più creduto in me”.