Attualità
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20/07/2022 19:36

Borsellino: dalle carte del Csm previsione di altre stragi

di Ansa

Borsellino: dalle carte del Csm previsione di altre stragi
Borsellino: dalle carte del Csm previsione di altre stragi

PALERMO, 20 LUG Dopo l’attentato di via D’Amelio,
costato la vita a Paolo Borsellino e a cinque agenti della
scorta, alcuni magistrati della Procura avanzarono la previsione
di altre stragi, che effettivamente si verificarono. Ne parlò
trent’anni fa l’allora pm Roberto Scarpinato durante
un’audizione di magistrati palermitani promossa dal Csm.
   
Tra le carte ora desecretate c’è anche il verbale delle
dichiarazioni di Scarpinato finito tra gli atti più “riservati”.
   
La particolare riservatezza assegnata al verbale si spiega con
il racconto, fatto da Scarpinato, di una riunione improvvisata
in Procura qualche ora dopo l’attentato. Alcuni magistrati
manifestarono il convincimento (indicando dunque una pista da
tenere in quel momento riservata) che ci sarebbero stati altri
attacchi della mafia. Previsione che si rivelò fondata. Il piano
criminale si scatenò nel 1993. Il primo segnale venne lanciato
il 14 maggio: un’autobomba esplose in via Fauro a Roma subito
dopo il passaggio dell’auto di Maurizio Costanzo. Due settimane
dopo, il 27 maggio, a Firenze venne fatto saltare in aria un
furgone imbottito di esplosivo davanti all’Accademia dei
Georgofili: cinque morti e 48 feriti. Il 27 luglio altre due
bombe esplosero davanti alla basilica di San Giovanni Laterano a
Roma e in via Palestro a Milano dove morirono quattro persone.
   
Il giorno dopo, il 28 luglio, altra esplosione davanti alla
chiesa di San Giorgio al Velabro, a Roma.
Dopo una mancata esplosione davanti allo stadio Olimpico a
Roma, il 14 aprile 1994 venne trovato esplosivo lunga una strada
dove doveva passare il pentito Totuccio Contorno.
   
Da dove veniva la previsione di questi altri attentati?
Scarpinato diede due indicazioni. La prima: Tommaso Buscetta
aveva parlato di una mafia che cercava di fermare il
contrattacco dello Stato a suon di bombe. L’altra ipotesi
leggeva nelle dinamiche mafiose la formazione di una componente
che cercava di prendere il sopravvento sul gruppo egemone di
Totò Riina e dei corleonesi. In ogni caso era subito apparso
chiaro che le stragi avrebbero avuto varie repliche. (ANSA).