Famoso per i suoi ruoli nei film "Grand Prix" e "Fuga dal Bronx", volto di spaghetti western e poliziesco, l'attore aveva 77 anni
di Redazione

Los Angeles – L’attore italoamericano con origini palermitane, Antonio Sabáto Sr., famoso per i suoi ruoli nei film “Grand Prix” e “Fuga dal Bronx”, popolare volto dei generi spaghetti western e poliziottesco, è morto in un ospedale di Los Angeles all’età di 77 anni per le complicazioni da Covid-19. Lo riferisce “Variety”, precisando che la notizia della scomparsa è stata data dal figlio Antonio Sabáto Junior, attore e modello, su Twitter dove ha scritto “Sempre e per sempre” come didascalia a una vecchia foto di famiglia. Il 4 gennaio il figlio aveva scritto che il padre era ricoverato in terapia intensiva a causa del coronavirus e chiedeva per lui preghiere. Sabáto Junior è stato criticato sui social per le sue posizioni contro le mascherine per la diffusione del Covid e l’account è stato momentaneamente bloccato.
Era nato a Montelepre il 2 aprile 1943 e nel 1984 si era trasferito negli Stati Uniti, stabilendosi a Los Angeles. Antonio Sabáto Sr. iniziò la carriera recitando nel film “Lo scandalo” (1966) di Anna Gobbi. Nello stesso anno apparve in “Grand Prix” di John Frankenheimer con un cast internazionale: accanto a James Garner, Yves Montand, Toshiro Mifune e Adolfo Celi, vestì i panni del pilota Nino Barlini. Il film di grande successo vinse tre Oscar e Sabáto conquistò una nomination al Golden Globe per il miglior attore debuttante. Apparve, quindi, nel film “Le streghe” (1967), apparendo nell’episodio “Una sera come le altre” di Vittorio De Sica, a fianco di Silvana Mangano nelle scene oniriche, Nel corso di vent’anni di carriera cinematografica in Italia ha preso parte a circa quaranta film. Tra i film spaghetti western interpretati – accanto, tra gli altri, a Lee Van Cleef, Bud Spencer, Gordon Mitchell e Lionel Stander – figurano: “Odio per odio” (1967) di Domenico Paolella, “I tre che sconvolsero il West (Vado, vedo e sparo)” (1968) di Enzo G. Castellari, “Al di là della legge” (1968) di Giorgio Stegani (1968), “Due volte Giuda” (1969) di Nando Cicero, “Tutti fratelli nel west… per parte di padre” (1972) di Sergio Grieco (1972), “I senza Dio” (1972) di Roberto Bianchi Montero.
Tra i poliziotteschi, cioè polizieschi all’italiana, si ricordano “I familiari delle vittime non saranno avvertiti” (1972) Alberto De Martino (1972), “Milano rovente” (1973) di Umberto Lenzi (1973), “Milano: il clan dei calabresi” (1974) di Giorgio Stegani (1974), “I quattro del clan dal cuore di pietra” (1975) di Joaquín Luis Romero Marchent (1975), “…a tutte le auto della polizia” (1975) di Mario Caiano (1975), “I violenti di Roma bene” (1976) di Sergio Grieco e Massimo Felisatti (1976), “Quelli dell’antirapina – Quattro minuti per quattro miliardi” (1976) di Gianni Siragusa, “Ritornano quelli della calibro 38” (1977) di Giuseppe Vari, “Napoli… la camorra sfida e la città risponde” (1979) di Alfonso Brescia. Successivamente Sabáto è apparso tra le altre pellicole in “La tua vita per mio figlio” (1980) di Alfonso Brescia, “Zampognaro innamorato” (1983) di Ciro Ippolito (1983), “Fuga dal Bronx” (1983) di Enzo G. Castellari (1983), “Thunder” (1983) di Fabrizio De Angelis, “Tuareg – Il guerriero del deserto” (1984) di Castellari, “Squadra selvaggia” (1985) di Umberto Lenzi. Nel 1984 si trasferì a Los Angeles, dedicandosi alla pittura e alla beneficenza, oltreché a qualche ruolo saltuario in tv.
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