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Cosa succede quando muore un Papa?

Cosa succede quando muore un Papa? Il protocollo, i funerali, il Conclave

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Città del Vaticano - La morte di un Pontefice segna l'inizio di un rituale dalla tradizione millenaria, caratterizzato da cerimoniale rigoroso e – per certi aspetti – sconosciuto, che negli anni ha subito alcune modifiche frutto dei tempi. Non ultime alcune introdotte proprio da papa Francesco. 

Prima di tutto, la morte del Papa deve essere accertata dal Camerlengo – il cardinale incaricato di amministrare le finanze della Santa Sede e di presiedere il governo della stessa durante il periodo conosciuto come «sede vacante» – davanti a due figure: il maestro delle celebrazioni liturgiche e il segretario e cancelliere della Camera apostolica. In passato, per decretare il decesso il Camerlengo – secondo la tradizione – chiamava tre volte il Pontefice con il nome di battesimo mentre gli batteva la fronte con un martelletto. Se non riceveva risposta, pronunciava la frase Vere Papa mortuus est («Il Papa è veramente morto»). Questo rituale è attestato – in realtà – fino al 1878 con la scomparsa di papa Pio IX, accertata dal Camerlengo Gioacchino Pecci, il futuro Leone XIII. Negli ultimi decenni, la morte di un Pontefice viene decretata da un medico. La frase in latino viene, comunque, riportata dal Camerlengo sul certificato di morte del Pontefice redatto dalla Cancelleria Apostolica, la cui pubblicazione dà il via all'inizio del periodo di «sede vacante». Dal 2019 il cardinale Camerlengo è Kevin Joseph Farrell.

Dopo questo primo atto, la camera e lo studio del Papa vengono sigillati e il Camerlengo comunica il decesso al Vicario di Roma che la diffonde al mondo intero. Il portone di bronzo di San Pietro viene chiuso a metà e le campane suonano rintocchi a martello. Come si legge nella Universi Dominici Gregis, la costituzione apostolica della Chiesa promulgata da Giovanni Paolo II il 22 febbraio 1996 - il documento che detta le norme da seguire durante il periodo della «sede vacante», «se il Romano Pontefice dovesse morire fuori Roma, spetta al Collegio dei Cardinali disporre tutto il necessario per una degna e decorosa traslazione della salma nella Basilica di San Pietro in Vaticano». Nel testo si conferma che è il Camerlengo ad attestare la morte del Papa, senza indicare le modalità. 

Il corpo del Papa viene, quindi, trasportato nella Cappella Sistina, in processione: qui viene imbalsamato e vestito con i paramenti sacri (la mitria bianca, la casula rossa, il pallio di lana bianca con croci nere). La salma viene esposta su un catafalco ai fedeli per tre giorni, mentre i cardinali per nove giorni celebrano i cosiddetti “Novendiali” di suffragio. Gli stessi cardinali sono chiamati a spezzare l’Anello del Pescatore, che il Papa riceve durante la messa solenne di inizio pontificato e il sigillo di piombo con il quale ufficializza le lettere apostoliche (a partire dal pontificato di Wojtyła l’anello è annullato con una "semplice" graffiatura).

Il funerale papale, chiamato Missa poenitentialis, viene celebrato in San Pietro alla presenza di delegazioni di Stato provenienti da tutto il mondo: tradizionalmente il rito si teneva sotto l’altare pontificio del Bernini, ma per le ultime esequie – anche per il grande afflusso di persone – è stato, poi, scelto di utilizzare la piazza all’aperto. Il corpo del Pontefice viene posto in una in una triplice cassa di cipresso, piombo e noce: prima che sia chiusa e sigillata, il viso viene coperto da un drappo di seta. Infine, la bara è portata nella tomba sotto la basilica nelle «Grotte Vaticane» e sono conservati i resti del primo Papa. Non tutti i pontefici sono, però, sepolti qui: il Papa può, infatti, lasciare precise disposizioni sul luogo di tumulazione del proprio corpo. Qualche esempio? Gregorio XII (1406-1415) è sepolto a Recanati; Benedetto XII (1334-1342) e Giovanni XXII (1316-1334) ad Avignone; Gregorio X (1271-1276) ad Arezzo.


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