di Redazione

CATANIA, 18 NOV Il consiglio direttivo della
Camera penale di Catania, ‘Serafino Famà’, ha proclamato lo
stato di agitazione e l’astensione degli avvocati dalle udienze
per otto giorni, dal 27 novembre al 7 dicembre, per “l’aumento
dei casi di contagio da Covid19, soprattutto tra i colleghi che
ogni giorno frequentano le aule e gli uffici giudiziari per
lavoro e per professione”.
I penalisti spiegano che “la ragione burocratica”, con
“cancellerie oberate di lavoro e ruoli sovraccarichi di
procedimenti calendarizzati, non vale a spiegare le numerose
resistenze a comunicare le fasce orarie di trattazione delle
udienze da parte di alcuni magistrati, nonostante una direttiva
del Presidente del Tribunale ne disciplini criteri, modalità e
carattere cogente, d’intesa con l’Ordine degli Avvocati e la
Camera Penale”. Direttiva, che si legge nel documento,
“rappresenta il minimo inderogabile di misure a tutela della
salute di chi opera nella giustizia” e ritenuta “necessaria, se
non anche doverosa, al fine di evitare inutili assembramenti, in
special modo nel plesso di via Crispi, che mettono a serio
rischio la salute di Magistrati, Avvocati, Cancellieri e di
tutte le persone che frequentano quotidianamente le aule di
Giustizia”. Per la Camera Penale tutto questo “determina il
pericoloso assembramento di decine tra avvocati e imputati,
rendendo impossibile preservare le minime condizioni di
sicurezza previste dalla normativa vigente a salvaguardia del
diritto alla salute”. “Constatiamo e ribadiamo, con amarezza
osserva la Camera penale che gli avvocati di Catania
cominciano a contare, con frequenza crescente, il numero di
colleghi che si ammalano di Covid19. Siamo certi che questo non
sia da addebitare in via esclusiva alla frequentazione delle
aule di Giustizia e tuttavia constatiamo che ci sono
inadempienze ferme le opportune valutazioni di competenza che
il Presidente del Tribunale, siamo certi, intenderà adottare
che denotano la mancanza di rispetto, umano prima che
professionale, non soltanto verso la categoria degli avvocati e
la Toga che anch’essi indossano, ma anche per la loro salute e
quella di tutti gli altri cittadini che, per lavoro o per
dovere, sono costretti a recarsi in Tribunale”. (ANSA).
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