Ragusa - I morti di Covid sono ancora tanti ma, purtroppo, restano sempre l'Rt e i ricoveri ospedalieri gli osservati speciali della cabina di regia cromatica del venerdì: questi ancora reggono e così - con la riformulazione ormai settimanale dei 250 casi ogni 100mila abitanti - la mappa dei colori, a soli 4 giorni dal lockdown pasquale, è già da ridisegnare. D’arancione. Sarà questa la tonalità predominante in Italia da martedì prossimo, 13 aprile. Abolito il giallo per decreto almeno fino al 30 aprile, delle 9 zone attualmente rosse - Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Friuli, Puglia, Toscana, Calabria, Val d’Aosta e Campania - solo queste ultime tre sono sicuramente condannate a restarci mentre ben 7 sperano nell'arancione, sebbene solo le prime quattro possano realmente aspirarci.
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Tutti gli altri 12 territori saranno invece confermati nella fascia intermedia in cui già versano: Sicilia, Sardegna, Basilicata, Molise, Lazio, Abruzzo, Liguria, Umbria, Marche, Veneto e le province autonome di Trento e Bolzano. In Sicilia, in particolare, la messa in sicurezza di Palermo e di altre 28 red zone locali sembra destinata a scongiurare il peggio per il resto della regione. Nell’ultimo bollettino siciliano le dimissioni dai ricoveri ordinari sono state pareggiate dagli ingressi in rianimazione e il tasso di contagio è salito in maniera simmetrica a quello nazionale, attestandosi entrambi al 4,7%. La cosa pazzesca è che tutti i governatori scalpitano per essere promossi quando c’è la Sardegna, a un passo dal rosso con 16 mini red zone attive, che è la dimostrazione lampante di come l’infezione risalga non appena si riapra il rubinetto delle concessioni. Nessuno ha capito che è questo il momento di stringere i denti, se si vuole salvare la stagione estiva incombente.