Roma - Delle multe dalla cifra decisamente simbolica di 100 euro, che dovevano partire l’1 febbraio per gli over 50 no vax, per ora neanche l’ombra. Tantomeno di quelle da 600 a 1500 euro, che sarebbero scattate dal 15 sui luoghi di lavoro e avrebbero rimpinguato le casse dello Stato con decine di milioni di euro. Secondo i dati della struttura commissariale del commissario Figliuolo sono 1,4 milioni gli italiani con un’età superiore ai 50 anni che non hanno ricevuto nemmeno una dose del vaccino, poco più del 2,3% della popolazione italiana, almeno 200mila dei quali in Sicilia.
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A questi però vanno aggiunti anche coloro che hanno fatto la prima dose, ma non sono intenzionati a fare la seconda e la terza, comunque previste per avere il green pass valido. A meno che non vogliano stringere i denti fino al 31 marzo. A bloccare il meccanismo, è la mancanza dell’elenco di chi andrebbe multato: il Garante della privacy, infatti, non ha ancora valutato se è legittimo che questi elenchi di non vaccinati possano essere resi accessibili ad altri soggetti. E così Sogei, la società informatica che ha il compito di incrociare i dati e inviare l’elenco al ministero della Salute, non si è mossa. E senza elenco l’Agenzia delle entrate, che ha il compito di inviare fisicamente le multe, ha le mani legate.
L’iter burocratico è comunque lungo: prima della sanzione, l’Agenzia invia un avvertimento che dà 10 giorni di tempo al cittadino per mostrare eventuali giustificazioni alla sua non vaccinazione; solo in seguito parte la multa vera e propria. Il destinatario ha però il diritto di fare ricorso, allungando così i tempi del pagamento. Ammesso che nelle prossime settimane il nodo privacy venga sciolto e tutto l’iter burocratico riesca a mettersi in modo, forse le prime multe arriveranno quando terminerà l’obbligo vaccinale per i lavoratori over 50 che devono accedere ai luoghi di lavoro, dopo il 15 giugno.