Ragusa - Nel giorno in cui il tragico si è trasformato in ridicolo, col bollettino serale raddoppiato per errore, Musumeci ha istituito di colpo altre 6 zone rosse blindando, da venerdì 2 a mercoledì 14 aprile: Borgetto, Ciminna, Mezzojuso e Partinico (205 positivi in un giorno), in provincia di Palermo; le isole di Lampedusa e Linosa, nell'agrigentino; e Priolo Gargallo, nel siracusano. Si sommeranno alle 21 zone rosse già accese sull’Isola, in pratica 24 ore prima del rosso che scatterà d’ufficio - a livello nazionale - nel weekend lungo pasquale. Per restarci anche una settimana dopo. Se dei dati regionali non ci si può più fidare (l’ultimo “doppio” bollettino segnerebbe comunque un’incidenza di positività salita al 5,7%) forse una traccia dell’andamento del contagio riescono ancora a fornirla i cartellini rossi richiesti dai sindaci dei piccoli comuni, sulla scorta delle relazioni delle loro Asp, che da domani diventano così ben 27.
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Con un territorio sempre meno arancione, ormai ricoperto di pustole, il lockdown di Pasqua assomiglia sempre più a un benefico gong, a un approdo naturale, a una campanella che segna la fine del round per un pugile intronato che sta perdendo la fascia arancione difesa con i denti, pure barando. Con la stessa ordinanza, il governatore ha disposto che nei giorni delle festività di Pasqua (3, 4 e 5 aprile), quando tutta la Sicilia sarà "rossa" come il resto d'Italia, si applicheranno le disposizioni nazionali in riferimento ai "servizi di ristorazione": a bar, pub, ristoranti, gelaterie e pasticcerie di tutti i comuni dell'Isola - anche in quelli dichiarati precedentemente rossi - sarà quindi consentita la consegna a domicilio senza limiti di orario e la vendita con asporto di cibi e bevande senza restrizioni dalle 5 alle 18.