Modica - Una folla come non si vedeva da anni ad un congresso politico, un conclave che acclama quale suo riferimento politico a Palermo il deputato Ignazio Abbate. Congresso provinciale della Dc oggi a Modica a Borgo Don Chisciotte.
Totò Cuffaro domina la scena. Ha ormai consolidato il suo potere nell’Isola. A Modica ritrova il suo vecchio elettorato, quello dei tempi in cui in provincia spadroneggiava l’attivismo dell’on. Giuseppe Drago. Ma trova anche le nuove leve della moderna DC. Evoca proprio il compianto amico e politico Peppe Drago trasudando emozione e raccogliendo applausi. “Peppe è vivo non solo nella mia memoria quale amico personale- ha detto Cuffaro-, ma deve esserlo anche in questa Città, a cui ha dato tanto, con la stessa intensità e testimonianza di Ignazio Abbate”.
Cuffaro chiude i lavori del congresso alla sua maniera. Tante sfumature si colgono nel suo discorso. Senza divagazioni, senza sottrarsi al suo passato, passando per l’investimento politico su Abbate, spiegando la necessità di centro nel dibattito politico.
“Non ci sono solo numeri in questo partito. La DC è entrata nella testa della gente perché nel cuore c’è sempre stata. Siamo un partito di moderati, che accetta di essere contestato. Tutti sanno come la pensiamo. Dal rispetto delle istituzioni, alle politiche dell’accoglienza, dalla famiglia ai temi più identitari dei moderati. Il rispetto della giustizia, soprattutto, ancor di piu quando la giustizia ti graffia le carni. Ho fatto tanti errori, ho scelto di pagare con dignità come era giusto per un uomo delle istituzioni. E le sofferenze e i dolori patiti non mi fanno oggi rinunciare alla voglia di credere convintamente nelle istituzioni. Due anni fa la Dc era un sogno, oggi è una realtà. C'è la voglia di tanta gente, sfiduciata dalla politica e dai partiti di potere, a credere nei valori. Noi non diciamo alla gente votateci, ma venite per costruire insieme e partecipare. C'è anche la voglia di tornare a esserci in un'area moderata. Al sovranismo e al populismo, noi rispondiamo con un modello di democrazia e popolare".
Ignazio Abbate mostra i muscoli davanti al suo leader Totò Cuffaro e raccoglie al Congresso della democrazia cristiana i nostalgici dello scudo crociato che in provincia ha vantato personaggi come Nino Avola e Antonio Borrometi, ma anche una nuova playlist di nuove leve. Al Borgo Don Chisciotte sono accorsi in tanti. Una rete di amministratori proveniente da ogni città, segno di un radicamento omogeneo nel territorio. Tante presenze, si diceva. Stimiamo circa 1200.
Assenti i sindaci dell’area iblea ad eccezione di Gianfranco Fidone sindaco di Acate e i parlamentari della provincia. Presenti gli assessori regionali alle Autonomie locali Andrea Messina, e alla Famiglia, Nuccia Albano, il coordinatore giornale on. Carmelo Pace, l’eurodeputata Francesca Donato. Sul palco della presidenza del congresso la new entry Quintilia Celestri, attualmente presidente del consiglio comunale di Pozzallo. Tanti spaccati della società politica, della pubblica amministrazione, di enti locali e del mondo della sanità. Il sindaco di Modica, Maria Monisteri ha aperto i lavori. Presenze di ieri e di oggi. La famiglia Minardo, con i fratelli Saro e Riccardo, l’ex sindaco di Modica Piero Torchi, ma anche gli ex sindaci di Giarratana e Acate, Saro Burgio e Giovani Caruso. Si diceva anche rappresentanti dell’apparato della pubblica amministrazione. Il direttore dell’ispettorato provinciale del lavoro, Gianni Vindigni, l’amministratore unico della Iblea Acque, Franco Poidomani, Carmelo Carpentieri, precursore dell’emittenza televisiva locale. Abbate durante il suo intervento ha chiuso con una promessa in vista delle prossime scadenze elettorali, europee e provinciali: “Diventeremo il primo partito in provincia. Parola di Ignazio Abbate”.
Il congresso ha acclamato per alzata di mano la nuova direzione provinciale del partito. Segretario, Annamaria Aiello, Presidente, Michele D’Urso, Segretario amministrativo, Giorgio Linguanti. Nella direzione anche Fabio Meli, Giuseppe Pluchinotta, Giulio Maltese, Salvatore Lorefice, Vincenzo Muriana, Antonio Calabrese, Giuseppe Ragona.