In servizio a Piacenza, ha evitato che un giovane morisse dissanguato in strada
di Giuseppe Gaetano


Piacenza – Dice che c’è una sola ragione per essere davvero orgogliosi di sé, “fare della propria vita ciò che si desidera” racconta al quotidiano piacentino La Libertà. Da piccolo lui voleva fare il poliziotto come il papà, poi ha cambiato rotta ma la voglia di aiutare il prossimo è rimasta, “e sono diventato infermiere”. Daniele Corallo, 22 anni, originario di Ragusa (foto), si è laureato alla sede di Piacenza dell’Università di Parma appena qualche mese fa; il giorno stesso è andato a firmare il suo primo contratto di lavoro, alla Casa di cura Piacenza.
Domenica scorsa era a riposo, non doveva lavorare: una pizza in piazza Duomo, poi si è incamminato verso casa, attraversando il centro storico. In largo Battisti ha visto un uomo “in un lago di sangue”, spiega. E’ stato lui il primo ad aver prestato immediato soccorso al giovane ferito in corso Garibaldi con numerosi colpi di bottiglia da un sudamericano, fermato poco dopo dalla polizia. Se non fosse stato per lui, come riportano le cronache emiliane, la vittima sarebbe morta dissanguata (in allegato, nella fotogallery, la scena dell’aggressione).
Daniele è riuscito subito a fermare il sangue, come poteva. “Gli ho tolto la maglietta, mi è venuto d’istinto – dice -, volevo capire se avesse ferite all’addome e sul dorso, era completamente insanguinato: ho visto una ferita al braccio, una al viso, ho strappato la maglia per avere qualcosa con cui cercare di fermare la fuoriuscita continua e abbondante di sangue ed evitare il peggio. Vorrei ringraziare anche la mia università – aggiunge -, mi sono reso conto di aver ricevuto in questi anni non solo un titolo di studio ma un modo di affrontare la vita e le emergenze”.
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