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E' morta Lydia Alfonsi, "regina" degli sceneggiati

La sua ultima apparizione risale al 1997, nel capolavoro La vita è bella di Roberto Benigni, dove interpretò il ruolo dell’editrice Guicciardini

https://immagini.ragusanews.com//immagini_articoli/23-09-2022/e-morta-lydia-alfonsi-regina-degli-sceneggiati-500.jpg E' morta Lydia Alfonsi, "regina" degli sceneggiati


 arma - Lutto nel mondo del cinema: è morta Lydia Alfonsi, nota attrice italiana, famosa in particolare per i suoi ruoli negli sceneggiati in bianco e nero di casa Rai. Lydia Alfonsi aveva 94 anni, è morta nella sua città natale, a Parma. Diva del piccolo e del grande schermo, così come del teatro, la sua ultima apparizione risale al 1997, nel capolavoro La vita è bella di Roberto Benigni, dove interpretò il ruolo dell’editrice Guicciardini. Divenne popolare in particolare negli Anni Sessanta grazie a sceneggiati Rai come «La Pisana», tratto da «Le confessioni di un italiano» di Ippolito Nievo, ma anche «Mastro Don Gesualdo» (1964), dal romanzo di Giovanni Verga, «Luisa Sanfelice» (1966), dal romanzo di Alexandre Dumas, e «Il segreto di Luca» (1969), dal romanzo di Ignazio Silone.

I primi passi nel mondo dello spettacolo arrivarono invece a Parma, con il gruppo teatrale «Gioventù studentesca» e in seguito con la compagnia filodrammatica «Gli amici della prosa», con cui aveva messo in scena «Il piacere dell’onestà» di Luigi Pirandello. Grazie a questa rappresentazione Lydia Alfonsi aveva preso parte ad un concorso nazionale a Pesaro dove aveva ricevuto il premio di migliore attrice protagonista e soprattutto era stata notata dal regista Anton Giulio Bragaglia, presente in giuria, che aveva poi deciso di scritturarla.

A teatro esordì ufficialmente nel 1946 con «Anna Christie» di Eugene O’Neill, e aveva proseguito a recitare per più di 30 anni, regalando interpretazioni magistrali come quella del 1957 ne «Il servitore di due padroni» dalla regia di Giorgio Strehler. Lydia Alfonsi, viste le sue doti, era stata insignita del titolo di Grand’Ufficiale della Repubblica Italiana da parte del presidente Sandro Pertini, e fra i suoi film più noti, il Corriere della Sera ricorda «Vita da cani» (1950) di Steno e Monicelli, «Gli amori di Ercole» (1960) di Carlo Ludovico Bragaglia e «Porte aperte» (1990) di Gianni Amelio.


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