Noto - Costa del Gesso, località situata in contradada Misilini vicino Rosolini, per la sua valenza geo-archeologica e rilevanza scientifico-culturale è meritevole di essere inserita nell’elenco deiSIC (Siti di Interesse Comunitario). L’affioramento dei gessi selenitici di Costa del Gesso è da considerarsi una rarità per Sicilia sud-orientale. La selenite - una varietà di gesso cristallino, chiamata anche “pietra di luna” o dai Romani lapis specularis – veniva nell’antichità estratta per l’utilizzo come lastre di finestre.
Malgrado l’avanzata distruzione del sito dovuta all’intensa attività estrattiva di gesso sono ben visibili tracce di frequentazione dell’area almeno dall’ Età del Bronzo Antico. Tra i frantumi della roccia e nella superficie dei terreni circostanti si trovano numerosi strumenti litici (in selce, quarzite e ossidiana) e frammenti di ceramica dipinta a motivi geometrici attribuibili alla cultura del Castelluccio.
L’economia locale dei popoli preistorici basata sulla cosciente e capace gestione dellerisorse naturali è testimoniata dalle scopertedei siti nel vicino ragusano (Monte Racello, Sallia e Tabuto), i cui complessi si racchiudono nel modello che comprende villaggio, miniere, officina, necropoli. La prevalenza degli strumenti in selce a Costa del Gesso rispetto al repertorio coevo della Costa dei Grani (un villaggio sulla collina prossima) e la diversità nella tipologia dei manufatti potrebbe indicare un adattamento alle locali condizioni di uno stesso modello socioeconomico. Le fornaci-calcarelle (un eccezionale esempio dell’archeologia industriale) invece hanno le origini nell’antichità e sono attestate da un impianto di estrazione e lavorazione dello zolfo nel sito castellucciano di Monte Grande (Agrigento).
Lo studio approfondito, la valorizzazione e la fruizione della cava potrebbe essere un’ occasione di sviluppo del turismo e delle varie attività ad esse annesse aventi come scopo il potenziamento del territorio.