Sono abitazioni scavate all'interno dei costoni della cava e risalgono presumibilmente all'epoca alto-medievale.
di Redazione
Palazzolo Acreide – A pochi chilometri da Palazzolo Acreide, nella cava Baulì si rinvengono abbondanti segni di frequentazione umana dalla preistoria all’alto medioevo. I Ddieri rappresentano l’elemento archeologico più celebre e suggestivo, essi consistono in abitazioni scavate all’interno dei costoni della cava e risalgono presumibilmente all’epoca alto-medievale.
L’origine di queste abitazioni rupestri sembra risalga al periodo bizantino, durante il quale le incursioni saracene distrussero la vecchia città greca di AKRAI, oggi Palazzolo Acreide, costringendo la popolazioni a fuggire e nascondersi. Quindi i nuclei che qui si stanziarono, iniziarono a creare dei micro-villaggi che avessero le caratteristiche di abitazioni ma che rispondessero anche alla necessità del nascondiglio.
Scavati interamente nella soffice roccia calcarea, queste hanno tutte le caratteristiche di una normale abitazione su più livelli, scale e cunicoli portano ai piani superiori dove vere e proprie stanze, tutte interamente scavate sulla roccia, erano adibite a diverse funzioni. Abitate quindi in epoca medievale, ritornano a svolgere la loro funzione di nascondiglio anche durante il periodo del Brigantaggio, durante l’Unità d’Italia infatti, parecchi “briganti”, in realtà ribelli politici contrari all’invasione dei garibaldini, videro nei Ddieri la possibilità di rifugiarsi allontanandosi dai centri dove gli avvenimenti si susseguivano.
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