Roma - Chi prima prenota meglio alloggia, anche in spiaggia. La scorsa estate il sistema di booking per evitare assembramenti selvaggi non ha rivoluzionato più di tanto gli stabilimenti privati, già organizzati con prenotazioni telefoniche e online, e che hanno dovuto semplicemente aggiungere una app al loro sito web ed eliminare qualche sdraio per il distanziamento. Alcune consentono di scegliere sul telefonino perfino il proprio posto al sole, tra le varie file disponibili, così come le fasce orarie in cui s’intende occuparlo. Ad essere rivoluzionate dall’estate ai tempi del Covid sono piuttosto le tante spiagge, per fortuna, ancora libere lungo le coste italiane. Abbiamo già visto in questo avvio di stagione come, scoraggiato dal calo dei contagi e dall’assenza di sanzioni, il rispetto delle norme anti Covid sia una pia illusione: a meno di non restare immobili nel fazzoletto assegnato, ogni precauzione è destinata a saltare appena ci si alzi dal lettino per tuffarsi in acqua, fare una passeggiata sul bagnasciuga o scambiare due tiri a racchettoni. A quel punto la responsabilità del mancato distanziamento ricade però sui bagnanti e non sui gestori che, come da protocollo, hanno piazzato gli ombrelloni ai metri previsti tutelandosi così legalmente. I Comuni hanno dovuto sfruttare in fretta la dimestichezza sviluppata dai cittadini durante il lockdown con le funzionalità di tablet e smartphone, per lanciare anche loro delle app che disciplinassero le aree pubbliche.
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Il principio è elementare: calcolati i posti disponibili in base ai metri quadrati di arenile, ognuno può piazzare l’ombrellone dove crede fino a esaurimento, mantenendo il teorico metro di distanza dal vicino. L’obiettivo è adeguarsi alla digitalizzazione che coinvolge ormai ogni pratica sociale, e non rendere ingrato il lavoro ai concessionari a cui hanno dato in gestione i demani marittimi. Ma si procede al solito in ordine sparso, senza una regia nazionale. Il consiglio è cercare di volta in volta in Rete come si è organizzato il territorio che si vuole visitare. Nelle Marche, ad esempio, l’anno scorso i lidi anconetani di Portonovo e Mezzavalle hanno attivato da giugno iBeach, mentre la provincia di Fermo ha deciso di non utilizzare né app né separé affidando il litorale alla sorveglianza dei volontari. Le app, in realtà, faciliterebbero anche il lavoro di questi ultimi. Se un turista o un bagnante si contagia, il sistema permette inoltre di rintracciare gli utenti entrati con lui nella struttura, senza doverla chiudere. Eppure nel 2020 solo il Friuli riuscì a convogliare tutte le singole realtà balneari della regione in un’unica piattaforma integrata, spiaggiafvg2020.it. Altrove, ogni frazione aveva la sua micro-app valida esclusivamente per il suo territorio. Altre ancora, come Seapass sul litorale romano o il sito findeem.com in Calabria, non contemplano la prenotazione ma notificano la disponibilità degli arenili. Contano cioè solamente quante persone potranno entrare in un determinato lido: se risulta sold out, potremo evitarci di fare chilometri per essere respinti all’entrata e rivolgerci direttamente a un’altra meta.
Al Sud, dove i litorali sono più estesi e il turismo rappresenta la principale fonte di introito, le briglie sono più sciolte. Nella stagione 2020 in Campania solo Bacoli s’era dotata dell’app PrenotaLido, mentre nel comprensorio tra Napoli e Caserta Skiply era rivolta soprattutto ai sindaci, per aiutarli nel monitoraggio dell’affluenza. L’app PugliaBeach aveva un’assistente virtuale di nome Nina, che guidava alla navigazione i meno pratici. In questo genere di soluzione va tenuto contro anche delle difficoltà dovute a dispositivi mobili non aggiornati o alle insufficienze di rete che affliggono le coste, dove la connessione internet non è sempre al massimo. In Sicilia non abbiamo visto niente di tutto questo. Era in vigore solo il protocollo di sanitario Siciliasicura, delegato all’onestà degli utenti: dopo la registrazione, arrivava un messaggio giornaliero a cui rispondere indicando il proprio stato di salute. Quest’anno la novità dei green pass per l’estate 2021 promette comunque di abbattere la maggior parte di questi inconvenienti. Covid a parte, l’approccio digitale - più sicuro e civile dell’assalto a cui siamo abituati - è una formula destinata a crescere e istituzionalizzarsi. Anche se ci vorrà tempo prima che attecchisca nel costume dei nostri vacanzieri.