È morto stamattina a 94 anni Furio Colombo. Ne dà notizia la famiglia. Giornalista di primo piano, inviato Rai, editorialista de La Repubblica, direttore dell'Unità, fondatore del Fatto quotidiano, parlamentare per tre legislature per i Ds, l'Ulivo, il Pd.
"Nella mattinata di oggi è deceduto all'età di 94 anni Furio Colombo, assistito dalla moglie Alice e dalla figlia Daria", spiega una nota della famiglia che "Intensissima la sua attività di giornalista - ricorda ancora la nota - che lo ha visto inviato della Rai e corrispondente dagli Stati Uniti, editorialista di Repubblica, direttore de L'Unita, fondatore del Fatto Quotidiano. Parlamentare per tre legislature per i Ds, L'Ulivo e il Pd”. “Ha svolto un'intensa attività culturale come autore di testi letterari e cinematografici e diretto per tre anni l'Istituto di Cultura di New York, nonché titolare di cattedra alla Columbia University. Ha svolto anche incarichi aziendali prima alla Olivetti e poi come Rappresentante Fiat negli Stati Uniti". Nato a Châtillon, in Valle d’Aosta, il 1° gennaio del 1931, si laurea giovanissimo in Giurisprudenza a Torino e già a metà degli anni ’50 inizia a dedicarsi in parallelo alla pratica da avvocato e alla scrittura di programmi culturali in Rai, insieme a Umberto Eco, Gianni Vattimo e Piero Angela. Attento ai mutamenti sociali e culturali contemporanei e conoscitore del mondo statunitense, nella sua vasta produzione saggistica ha analizzato in particolare i problemi dell'informazione e il rapporto tra realtà e mezzi di comunicazione.
Dopo essere stato dirigente della Olivetti in Italia e negli Stati Uniti, tra il 1965 e il ‘’72 è responsabile dei programmi culturali della Rai e realizza numerosi servizi giornalistici e documentari su avvenimenti politici di diversi paesi del mondo. Partecipe dei fermenti letterari più significativi degli anni Sessanta, in particolare la Neoavanguardia del Gruppo ’63, dal 1965 al 1972 era stato responsabile dei programmi culturali nel servizio radiotelevisivo pubblico, realizzando documentari di notevole interesse.
Nel 1975, da firma di prestigio della «Stampa», gli era capitato di realizzare l’ultima intervista con Pier Paolo Pasolini, poche ore prima che il poeta fosse assassinato, pubblicata poi pochi giorni dopo il delitto. Si tratta di un documento impressionante, per il quale lo stesso Pasolini aveva proposto il titolo, retrospettivamente profetico, Siamo tutti in pericolo. Eletto deputato dell’Ulivo nel 1996, era stato incaricato nel 2001 di rilanciare «l’Unità», che aveva chiuso nell’agosto dell’anno precedente, e lo aveva fatto a suon di polemiche roventi contro Berlusconi, tornato proprio in quell’anno a Palazzo Chigi.
Dopo aver lasciato «l’Unità» nel 2005, Colombo era poi tornato in Parlamento (prima al Senato e poi alla Camera), dove si era caratterizzato per il gran numero di voti espressi in dissenso con il gruppo del Partito democratico, al quale apparteneva.