di Ansa
ROMA, 03 NOV Compie 80 anni Art Garfunkel. Il suo
amico/nemico Paul Simon li ha compiuti il 13 ottobre scorso. La
loro è una storia da romanzo: si conoscono dalle scuole
elementari, hanno formato un duo entrato nella leggenda della
musica popolare ma il loro rapporto è sempre stato problematico:
a scuola Art era bello e biondo, presidente della Confraternita
del College. Paul un tipo taciturno, complessato per la sua
bassa statura. Il motore creativo era Simon che ha scritto tutte
le canzoni, Art era l’interprete.
Uno sbilanciamento di ruoli che ha creato una tensione
continua tra i due, così la ditta Simon & Garfunkel si è sciolta
e rimessa insieme più volte: basti pensare che la prima
separazione è avvenuta nei primi anni ’60, dopo il primo album.
Solo dopo che “The Sound of Silence” era arrivata al primo posto
della classifica (il brano era stato riarrangiato a loro
insaputa dal produttore Tom Wilson) sono tornati insieme. Poi di
nuovo nel 1970, dopo la pubblicazione del loro album più famoso,
“Bridge Over Troubled Water”: questa volta fu Paul Simon a
decidere di chiudere la ditta, una scelta mai digerita da
Garfunkel.
In un’intervista di qualche anno fa raccontava di un suo
colloquioconfessione con George Harrison, spiegando che
entrambi avevano avuto la vita rovinata da un Paul, riferendosi
alla frustrazione dell’ex Beatles per la scarsa considerazione
che Lennon e McCartney davano alle sue composizioni. E
probabilmente anche alla sua di frustrazione, visto che il suo
amico/nemico/sodale ha firmato tutti i capolavori che lui
cantava e che da solista ha avuto una carriera strepitosa,
all’altezza di quella in duo.
Garfunkel ha vissuto il momento più alto della sua carriera
probabilmente nel 1981, con il concerto a Central Park di fronte
a 500 mila persone, il momento culminante dell’ultima reunion
con il suo amico/nemico. Come solista non ha lasciato tracce
fondamentali, quasi meglio come attore, visto che tra il 1970 e
il 1971 ha interpretato due film manifesto della controcultura,
“Comma 22” e “Conoscenza carnale”, entrambi di Mike Nichols.
(ANSA).
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