Milano - «Gli italiani sanno assolutamente cucinare». E se lo dice lui, che negli ultimi mesi ha girato le case di decine di chef amatoriali per «Home Restaurant»: il nuovo cooking show prodotto da Banijay Italia in onda dal 23 maggio su Tv8 (alle 19.15, dal lunedì al venerdì). Giorgio Locatelli, già giudice di MasterChef Italia, nel nuovo programma assaggia i menu preparati da due cuochi amatoriali — spesso marito e moglie ma anche mamma e figlio, fidanzati, amici— all’interno della propria casa allestita come un ristorante. Il tutto finisce sotto l’attento occhio anche della coppia avversaria nella stessa puntata e di un ospite vip. Qualche nome? Costantino Della Gherardesca, Marisa Passera, Giancarlo Fisichella, Lucia Ocone, Caterina Guzzanti, Serena Grandi, Gianmarco Tognazzi, Mietta, Cristina Donadio e Ciro Ferrara.
La sfida itinerante coinvolgerà diverse località italiane e sarà valutato non solo il menù, ma anche la mise en place, la carta dei vini, i piccoli dettagli d’arredamento della sala. La posta in gioco è 1000 euro, ma ciò che più conta è la soddisfazione di ricevere a casa ospiti tanto illustri. «Ci siamo divertiti moltissimo — racconta Locatelli al Corriere della sera —. Con Ferrara a Napoli non si riusciva a passare per strada, lo fermavano tutti. Serena Grandi è un’esperta, ha avuto un ristorante andato male ma se ne intende. Lucia Ocone è severa, Tognazzi è un’enciclopedia del cibo. Vivendo e lavorando a Londra non mi sento tanto in contatto con la cucina italiana di casa: grazie a “Home Restaurant” ho visto quanta cultura degli ingredienti ci sia, quanto i concetti di antispreco, chilometro zero, tradizione siano incapsulati nei menu che ho assaggiato. In ogni casa c’è da imparare, è pazzesco».
«Soprattutto al Sud devo dire, ma anche al Nord non se la cavano male: forse a Sud si lasciano contaminare poco da altre influenze, a Nord un po’ di più. Io poi sono innamorato del Mezzogiorno: la mia cucina a Londra è cambiata da quando, dopo i 30 anni, ho scoperto la Puglia e la Sicilia. Mi piacerebbe aprire un ristorante stagionale in una di queste due regioni. Comunque ho toccato con mano come in Italia molte persone, al Sud come al Nord, siano proprio abituate a ricevere, amano avere ospiti: lo capisci dal numero di bicchieri che tengono nella credenza. Ci sono certe cucine più attrezzate della mia al ristorante, tra roner, abbattitore, forno a legna! I profumi che più mi sono entrati nel cuore sono stati quelli del ragù e del minestrone: mi ricordavano da ragazzino, che tornavo a casa da scuola e indovinavo quale sarebbe stato il pranzo».