di Ansa

PALERMO, 26 DIC Si chiude dopo oltre dieci anni e
senza una soluzione il caso dell’imprenditore Aurelio Brugnano,
scomparso tra Palermo e Partinico il 24 giugno 2012. La moglie
Augusta Daolio ha chiesto al tribunale di Palermo la
dichiarazione di morte presunta: anche lei è convinta che il
marito non sia più in vita.
Le indagini della polizia hanno seguito le piste di un
allontanamento volontario oppure di un sequestro. Ma alla
famiglia non è mai arrivata alcuna richiesta. L’incertezza sul
movente non ha sciolto i dubbi. Sia ai familiari che gli amici
hanno escluso che la scomparsa sia frutto di una scelta
volontaria ma non hanno saputo dare alcuna indicazione utile
sulle altre ipotesi. Brugnano, che al momento della scomparsa
aveva 63 anni, si occupava con la sua società di forniture
ospedaliere e farmaceutiche.
Il giorno della scomparsa l’uomo è stato visto in un bar a
Partinico, suo paese di origine. Ma la sera non è rientrato in
casa a Carini. La sua auto è stata ritrovata il giorno dopo in
via Paruta a Palermo, su segnalazione di un falegname che
l’aveva trovata davanti al suo laboratorio. Le chiavi erano
ancora inserite: segno che l’imprenditore si è dovuto
allontanare di fretta oppure che sia stato trascinato via. Dopo
dieci anni le indagini sul caso non hanno fatto alcun progresso.
Inutili anche gli appelli alla trasmissione “Chi l’ha visto?”
(ANSA).
© Riproduzione riservata