Ragusa - Non basta godere della fiducia dei sindaci per svolgere il ruolo di Amministratore unico della Iblea Acque Spa con un compenso di 95 mila euro all'anno. Lo stop arriva con una nota della Regione del 22 febbraio scorso a firma del dirigente Monica Tardo del servizio 3 del Dipartimento delle autonomie locali.
"È fatto divieto alle amministrazione pubbliche - scrive la dirigente - conferire cariche in organi di governo delle società da esse controllate a soggetti già lavoratori privati o pubblici collocati in quiescenza se non a titolo gratuito, con l'aggiunta che queste disposizioni si applicano alle società pubbliche partecipate, controllate e vigiliate, nonché agli enti o organismi sottoposti a controllo e vigilanza della regione".
Un macro errore che anche il comitato sul controllo analogo presieduto dal sindaco di Ragusa, Peppe Cassì, ha ostinatamente difeso, anche quando le denunce e le interrogazioni sollevate dal consigliere comunale Gaetano Mauro, nonché di alcuni di alcuni di giuristi, si erano fatti evidenti e sulle quali i dirigenti del comune di Ragusa, in risposta ai dubbi sollevati avevano espresso (errando) piena legittimità sul provvedimento del compenso all’ing. Franco Poidomani.
Sindaci e soprattutto dirigenti saranno chiamati a rispondere di eventuali loro responsabilità davanti alla Corte dei Conti alla quale la regione ha trasmesso la nota.
In buona sostanza, per la normativa vigente, all'amministratore della società Iblea Acque Spa, l'ing. Franco Poidomani, non può essere riconosciuto alcun compenso, in quanto dirigente in quiescenza. Sindaci e soprattutto dirigenti saranno chiamati a rispondere di eventuali loro responsabilità davanti alla Corte dei Conti alla quale la regione ha trasmesso la nota. Stando alla comunicazione della regione, inviata a tutti i sindaci iblei, si starebbe verificando la posizione di ogni singolo ente in merito all'affidamento di eventuali incarichi all'ing. Poidomani, attività che sarà oggetto "di eventuale separato specifico provvedimento".