Si parla tanto della diffusione della Delta ma di questa variante della briscola all’acqua pazza, giocata coi piedi a mollo, non c’è traccia in Italia
di Redazione

La narrazione delle cronache quotidiane su contagi e vaccini è stata in questi giorni scalzata dall’ondata anomala di caldo che ha invaso l’Italia e soprattutto il Sud e le isole.
Le temperature over 40, parliamo di gradi centigradi misurati all’ombra, hanno avuto gli onori dei primi titoli su ogni quotidiano nazionale. E non solo.
Ma può un siciliano, nonostante il fuoco che soffia dall’Africa, rinunciare al rito quotidiano di una partita a “Marianna” con gli amici?
Manco per scherzo.
E prova ne è che i circoli ricreativi si sono spostati in spiaggia, coi tavolini affossati in acqua, all’ombra di un parasole e di una buona birra ghiacciata sempre pronta a bagnare la gola. Per l’arsura, ovviamente. La marianna, per chi non lo sapesse, è l’unico gioco di carte che, al Sud, raccoglie più pubblico di una finale di Roland Gaross attorno al quadrato di spasso. La marianna al Sud non è un gioco, è un mestiere. Riconosciuto e Indennizzato pure dalle assicurazioni per eventuali infortuni sul posto di lavoro.
A “marianna” si gioca in 4, ma è inutile dare carte se non c’è l’allenatore e tutto lo staff di scuderia dietro ogni giocatore. E anche in acqua, nel rispetto delle regole di distanziamento sociale, il pubblico non manca.
Si parla tanto della diffusione della Delta, dell’inglese, dell’indiana, ma di questa variante della briscola all’acqua pazza, giocata coi piedi a mollo, non c’è traccia in Italia.
Esiste solo in Sicilia, bellezza.
Ah, squasi: se la marianna viene giocata in acqua non occorre il Green Pass.
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