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01/03/2025 09:03

La nuova crisi di Papa Francesco, «notte tranquilla, ora sta riposando»

Le condizioni di Papa Francesco sono improvvisamente peggiorate nel primo pomeriggio di venerdì, a causa di uno spasmo improvviso

di Redazione

La nuova crisi di Papa Francesco, «notte tranquilla, ora sta riposando»
La nuova crisi di Papa Francesco, «notte tranquilla, ora sta riposando»

Roma – La notte è trascorsa tranquilla, il Papa sta riposando. È l’ultimo aggiornamento sulle condizioni di salute del Papa dopo la crisi di ieri pomeriggio: «Una crisi isolata di broncospasmo che ha, tuttavia, determinato un episodio di vomito con inalazione e repentino peggioramento del quadro respiratorio». Il bollettino dal Gemelli diffuso dalla Santa Sede è arrivato ieri sera un po’ più tardi del solito, brutto segno, era accaduto qualcosa di imprevisto. Papa Francesco si è poi ripreso, «è stato prontamente broncoaspirato e ha iniziato la ventilazione meccanica non invasiva, con una buona risposta sugli scambi gassosi».

I medici spiegano che «è sempre rimasto vigile e orientato, collaborando alle manovre terapeutiche». Ma la crisi ha dissolto il clima di fiducia relativa che si era avvertito negli ultimi giorni, il miglioramento «lieve» ma continuo, le condizioni definite giovedì «non più critiche», anche se la prognosi restava riservata. «È stata una lunga giornata», sospirano Oltretevere. «Nelle prossime 24-48 ore si valuterà se c’è stato un peggioramento del quadro clinico» e cioè se il broncospasmo ha creato danni ulteriori ai polmoni già provati di Francesco. Non è stato detto quanto sia durata la crisi, ma non è stata una cosa da poco. Certo lo spavento è stato grande, si vedono volti terrei perché incidenti simili, si spiega, possono avere conseguenze immediate ben peggiori. 

Chiaro che la prognosi resti più che mai riservata, non si parla più di «ulteriori giorni necessari prima di scioglierla», non è il momento di fare previsioni, si continua a navigare a vista, il quadro generale è «complesso». Sono passati quindici giorni da quando il Papa è stato ricoverato, il 14 febbraio, per quella che si credeva una bronchite e invece era una polmonite «bilaterale», ovvero un’infezione «polimicrobica» che ha colpito entrambi i polmoni. Una situazione delicata in partenza, considerato che Bergoglio è un uomo di 88 anni che patisce difficoltà respiratorie ricorrenti da un paio d’anni. Anche il fisico è sovrappeso per le difficoltà di movimento e questo non aiuta la respirazione né il cuore. Finora il momento più critico era stato sabato scorso, quando Francesco aveva patito un soffocamento da asma durato a lungo. Si era reso necessario intervenire con trasfusioni e ossigeno ad alti flussi nelle vie respiratorie, attraverso una macchina con cannule nasali. Ne era seguita anche una «lieve insufficienza renale» che nell’ultima settimana è tuttavia rientrata. Già mercoledì si era parlato di una «normale evoluzione» del quadro infiammatorio, si faceva strada la fiducia che la polmonite stesse rientrando.

Anche il fatto che da tre giorni avesse cominciato la fisioterapia respiratoria, una serie di esercizi e tecniche per imparare a respirare in modo più efficace, era una conferma ulteriore. Pure ieri, prima del broncospasmo, si era alzato dopo una notte tranquilla e aveva passato la mattinata «alternando la fisioterapia respiratoria alla preghiera in cappella». La nuova crisi rimette tutto in discussione. In un paziente così anziano, del resto, l’equilibrio è sempre precario. Ora il Papa non è intubato, ma la ventilazione meccanica con l’ausilio di una mascherina rappresenta un livello superiore all’ossigenoterapia cui è stato sottoposto finora. A favore di Francesco, d’altra parte, giocano una fibra robusta e una forza d’animo non comune. In questi giorni è riuscito a non perdere il buonumore, all’inizio della settimana ha ricevuto i suoi collaboratori più stretti — il cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, il Sostituto Edgar Peña Parra — e ripreso, per quanto possibile, a lavorare. Ieri è stato diffuso un suo messaggio di mercoledì, rivolto a un corso per responsabili delle celebrazioni liturgiche episcopali del pontificio Ateneo Sant’Anselmo, e il testo era datato «dal Policlinico “Gemelli”». Mentre la sera i cardinali continuano a recitare il rosario in piazza san Pietro, è evidente che anche domani, per la terza volta, il Papa non potrà recitare l’Angelus. Le due domeniche precedenti, il testo della meditazione è stato diffuso lo stesso come una lettera aperta ai fedeli.