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La prof no vax: «Basta, mi vaccino, ho speso già 350 euro»

Daniela Balsano, docente alle medie: «Avrei preferito farlo senza costrizioni»

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 Altofonte, Pa - "Avevo paura del vaccino, ma di fronte all’obbligo ho scelto di superarla. Eppure credo che solo il dialogo, e non la minaccia, convincerà gli indecisi". Daniela Balsano, 43 anni , insegnante alla scuola media di Altofonte, si è aggiunta alla schiera di ex no vax costretti a porgere la spalla per non restare senza lavoro o non potersi spostare per incontrare amici e parenti durante le feste. Il fatidico passo al Policlinico di Palermo. "L’obbligo è stata la spinta finale, l’alternativa era la sospensione dal servizio senza stipendio – confessa a Repubblica -. Certo avrei potuto trovare altri escamotage, bastava fare ricorso o presentare la prenotazione del vaccino, rinviando l’appuntamento di volta in volta. Ma sono stanca della pressione psicologica subita in questi mesi. Dal 15 settembre faccio il tampone ogni 2-3 giorni per ottenere il green pass temporaneo: ho speso oltre 350 euro. Avrei preferito fare questo passo con serenità, non dietro la minaccia di sanzioni".

"Non sono una No Vax - dice -, ho un figlio di 13 anni che ha ricevuto tutti i vaccini pediatrici e mi sono sempre sottoposta alle vaccinazioni consigliate”. Anche lei, come tanti, è stata vittima della psicosi Astrazeneca dilagata in Sicilia la primavera scorsa, e alla luce delle ultime ricerche sul siero si potrebbe quasi dire che ha fatto bene. “Quando a marzo partì la campagna per i docenti mi prenotai subito – racconta -, l’appuntamento era fissato il giorno in cui ritirarono il primo lotto e non me la sentii di presentarmi: si parlava di trombosi e io in passato avevo avuto problemi di salute. Poi le notizie di colleghi morti dopo la prima dose: lì sono rimasta emotivamente paralizzata, ho avuto timore anche di Pfizer o Moderna".

Sono già più di 7 milioni gli italiani che stanno alla terza dose, più tempo passa più cresce il gap tra due popolazioni residenti nello stesso paese: gli iper protetti e i totalmente scoperti. Alla fine è stato un amico medico a convincerla, ma ce n’è voluto. "I timori si placano rassicurando, non obbligando - spiega -. Le persone vanno ascoltate e comprese, non condannate, come i docenti fanno con i propri alunni” e "la comunicazione del governo è stata pessima”. E sull’allarme contagio ripartito nelle scuole? “La situazione non è cambiata - afferma -, continuano a esserci classi con 25-30 alunni senza sistemi di aerazione, con gli infissi rotti. Se non il Covid, rischiamo di beccarci altre malattie". 


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