Ragusa - Vince la linea del governo: giovedì 13 gennaio 600mila studenti siciliani torneranno a scuola. Meno i circa 12.400 fra i 5 e i 19 anni attualmente positivi, il 2% del totale. Sono finiti i tre giorni di vacanza extra decisi sabato dalla Regione per assecondare presidi, sindaci e sindacati. Continuano invece le difficoltà nel reperimento dei supplenti per la sostituzione del personale assente e nelle comunicazioni relative alla positività degli alunni. Una buona fetta della task force siciliana convocata oggi al riguardo, resta per lo slittamento delle lezioni addirittura sino a fino mese, per far calare il picco dei contagi post feste.
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La diatriba è tutt’altro che pacificata: numerosi primi cittadini - capitanati da quello di Palermo, Leoluca Orlando - si dicono pronti a firmare ordinanze comunali per rinviare ancora il rintocco della campanella, appellandosi alle Asp. Si riparte quindi con una caterva di dubbi, malumori e il rischio concreto di richiudere dopo pochi giorni; sempre che i dirigenti riescano a raccapezzarsi sulle regole d’ingresso, varianti in base a numero di studenti positivi e grado d’istituto, quando già è impossibile eseguire un tracciamento corretto dei contagi.
Della zona arancion, su cui Roma deciderà venerdì, non v’è certezza: permetterà solo d’istituire ufficialmente la dad, scavalcando il perimetro normativo del giallo, ma non comporterà limitazioni aggiuntive alle attuali. Siamo arrivati all’assurdità di sperare che crescano i ricoveri. Si tratterà comunque di “stringere i denti” per un’altra settimana al massimo; anche perché l’eventuale aumento del numero di mini zone arancioni, nel frattempo, non potrà certo coprire l’intero territorio. Un consiglio: visto che non è certo che tutte le strutture siano state adeguatamente rifornite di presidi di protezione, meglio portarseli da casa.