di Ansa

CATANIA, 15 GEN Beni per 40 milioni di euro sono
stati confiscati dalla guardia di finanza di Catania
all’imprenditore Emanuele ‘Lele’ Greco, che, secondo l’accusa,
“tramite l’appoggio delle famiglie mafiose gelesi riconducibili
a Cosa Nostra” sarebbe “riuscito a imporsi nel mercato degli
imballaggi di cartone”. Il provvedimento è stato emesso dal
Tribunale di Catania su richiesta della locale Dda e su indagini
del Gico del nucleo di Polizia economica finanziaria (Pef) delle
Fiamme gialle etnee. Greco, ricostruisce la Procura di Catania,
è stato condannato in via definitiva per sequestro di persona,
estorsione, furto, porto e detenzione di armi. Arrestato nel
2019 dal nucleo Pef della Guardia di finanza nell’ambito
dell’operazione ‘Ghost Trash’, è stato rinviato a giudizio per
“aver fatto parte di ‘Cosa nostra’ e, in particolare, del clan
Rinzivillo, operante a Ragusa e Caltanissetta”. Secondo la Dda
etnea l’imprenditore avrebbe “costituito un patrimonio
societario e immobiliare grazie ai proventi delle attività
illecite di estorsione, rapina e riciclaggio, riuscendo inoltre,
tramite l’appoggio delle famiglie mafiose gelesi riconducibili a
Cosa Nostra, a imporsi nel mercato degli imballaggi di cartone”.
Sigilli sono stati posti dalla Guardia di finanza di Catania a
sette società e imprese individuali del Ragusano operanti nel
settore dell’ortofrutta e del packaging; a 18 fabbricati, tra
unità abitative e capannoni; a 16 appezzamenti di terreno in
provincia di Ragusa; a un’autovettura e un motociclo. (ANSA).
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