di Ansa

PALERMO, 17 SET Tre persone sono state arrestate a
Bagheria per il pestaggio nei confronti di un uomo che aveva
messo in discussione l’autorità del boss del paese. Un
“avvertimento” che non era bastato e che avrebbe dovuto essere
seguito dall’uccisione del “ribelle”. I carabinieri del comando
provinciale di Palermo hanno eseguito un’ordinanza di custodia
cautelare in carcere, emessa dal gip su richiesta della Dda
palermitana, nei confronti di Nicolo Cannata, 25 anni, Emanuele
D’Apolito, 28 anni, Ivan Salerno, 30 anni, accusate di lesioni
personali aggravate dal metodo mafioso.
L’attività d’indagine svolta nell’ambito dell’operazione
‘Persefone’, che ha portato all’arresto lunedì scorso di 8
persone tra vertici ed elementi di spicco della famiglia mafiosa
di Bagheria, ha anche permesso di ricostruire, nel dettaglio, il
grave pestaggio dello scorso agosto di Fabio Tripoli, un giovane
che aveva contestato pubblicamente il nuovo capo della famiglia
Massimiliano Ficano. Tripoli era stato selvaggiamente picchiato
da persone armate di ‘cazzottiere’. Il giovane infatti, aveva
fatto sapere di volere dare fuoco a un locale da poco inaugurato
da Massimiliano Ficano, ritenuto reggente della famiglia mafiosa
di Bagheria, e si era anche armato di un’accetta, sequestrata
dai militari durante la perquisizione nel corso dei fermi di
lunedì. L’aver messo pubblicamente in discussione l’autorità
criminale di Ficano ha portato a deliberare e pianificarne
l’omicidio. I destinatari dell’odierna ordinanza di custodia
cautelare sono adesso nel carcere “LorussoPagliarelli” di
Palermo. (ANSA).
© Riproduzione riservata