Incrociando i dati altre 2 rilevazioni, il ragusano è al primo posto
di Redazione


Ragusa – Già martedì, allo sventolamento delle 11 Bandiere Blu 2022 siciliane, qualcuno aveva storto il naso sul loro numero e posizionamento da parte della Foundation for Environmental Education, che assegna il premio annuale in base a parametri di qualità come la salubrità dell’acqua ma anche la qualità dei servizi offerti. Una classifica che stride con le Golette verdi assegnate l’anno scorso da Legambiente Sicilia: poche località ottennero le 5 vele e nessuna nella costa ionica, premiata invece dalla lontana ong danese, dove la situazione dei depuratori è allarmante.
In base a quella classifica, nel 2021 il litorale ragusano era tra i pochi siciliani non inquinati. Una pulizia da primato regionale ribadita anche da Palazzo d’Orleans nell’ultimo decreto balneare, nonostante non manchino tratti bisognosi di bonifica: appena 550 metri interdetti alla balneazione, nei tratti vicino a tre foci di fiumi, su 230 chilometri di lungomare siciliano – un quinto di tutto il litorale sabbioso – vietato per contaminazione, dissesto idrogeologico o incuria. La sbandierata provincia di Messina, con i suoi 9,8 km proibiti, è seconda solo al palermitano.
Le zone off limits riguardano tutti, pure siracusano e agrigentino ne hanno chilometri per la Regione. I soldi per adeguare gli impianti non ci sono e certo non possono pensare a tutto i volontari o gli imprenditori privati e così, sulla stessa Isola, convivono spiagge da sogno accanto a coste deturpate. Vanno contati, però, anche i servizi a disposizione dei bagnanti di lidi tanto piacevoli, e qui il giudizio – non potendo tener conto delle analisi scientifica delle acque – diventa molto più soggettivo e può giustificare la classifica delle Bandiere.
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