Attualità
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09/09/2022 20:47

Mario La Rocca, se la vita è impegno essa porta alla felicità

Mario La Rocca nel ricordo dell'ex sindaco di Scicli, il preside Enzo Giannone

di Enzo Giannone

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Mario La Rocca, se la vita è impegno essa porta alla felicità
Mario La Rocca, se la vita è impegno essa porta alla felicità

Scicli – Ho appena appreso che Mario La Rocca, dopo un lungo periodo di sofferenza, ha lasciato questa terra.
Richiestomi un piccolo saluto alla sua memoria, non mi è facile farlo.
Intanto per il sentimento di profonda mestizia che ci coglie quando ci lascia una persona a cui si è stati legati. E io, come tanti, sono stato molto legato a Mario. Un legame storico, più che trentennale, che si è mosso sul terreno politico, culturale ma anche e soprattutto umano. E oggi non è facile congedarsi da lui, non lo è affatto.

C’è anche un altro motivo per cui mi viene difficile scrivere queste poche righe. Ed è un motivo che nasce dalla scelta di non avere più alcuna dimensione pubblica, maturata nel momento in cui, chiusa una parentesi nella vita, se n’è aperta un’altra, una stagione orientata al privato e tutta raccolta nella cura delle piccole cose di ogni giorno, per troppo tempo messe da parte a favore della dimensione sociale e politica.
Ma lo devo a Mario. Anzi, se a Mario io e tanti altri ex giovani dobbiamo gratitudine, essa è proprio per suo preciso insegnamento, ovvero che la vita di ciascuno ha sempre una coloritura sociale e che l’impegno politico è primariamente impegno civile, al di la e oltre i ruoli pubblici che si rivestono. Mario La Rocca è stato un uomo sempre convinto che questa prospettiva relazionale fosse in fondo il significato più profondo della democrazia.

Mario ha vissuto con una sorta di faro ad illuminare le sue azioni: costruire, insieme agli altri, una comunità aperta e quindi felice; dove la felicità era certamente fatta dagli elementi pesanti e storici del riformismo progressista – il benessere economico e sociale, lo sviluppo economico, la crescita culturale – ma anche dagli spunti leggeri di una sorta di modus vivendi edificato su rapporti personali di amicizia, ironia, convivialità, sorriso.
Questa sera ho la sensazione di sentire Mario che mi ricorda ancora una volta che non si cessa mai di essere politici, nel senso antico, come uomini della “polis”, della città, e che anzi si è uomini compiuti solo e in rapporto a quanto si riesce ad essere uomini della “polis”. E salutandolo lo ringrazio per riuscire a ricordarcelo ancora una volta. Come solo i maestri sanno fare, da vivi ma anche da morti, andando oltre la dimensione terrena ed entrando in quella dello spirito.