Marzamemi, Sr - Con la sfilata internazionale Dolce&Gabbana che domenica accenderà i riflettori di mezzo pianeta, Marzamemi - semisconosciuta al mondo fino a un decennio fa - entra definitivamente e prepotentemente nel gotha delle località status symbol, pur non avendone ancora le infrastrutture: vip e personaggi famosi del calcio e dello spettacolo, italiani e stranieri, preferiscono ancora gustarsela dagli yatch, calando a terra solo per rapide incursioni in lidi o ristoranti dotati dalla natura di cornici storiche e viste spettacolari: una ventina solo nel cuore pulsante del centro - uno accanto all'altro - e riescono a non farsi concorrenza, c'è lavoro per tutti. Qual è la magia che ha stregato il jet set?
News Correlate
Un antico detto popolare dice che a Marzamemi la Sicilia e l’Africa sembrano salutarsi. E guardandola attentamente, sembra proprio così: scorci e tramonti ricordano quelli di Menzel Temime, della vicina Tunisia. Il nome stesso della frazione pachinese deriverebbe, infatti, dalle parole arabe marsà ("porto") e memi ("piccolo"). Il glottologo Corrado Avolio cita "marsà al-am", cioè "baia delle tortore", il cui passaggio è visibile in primavera, e che si addice anche all'etimologia di Marsala. C’è poi la tesi bellica dello storico Antonino Terranova, che vuole in "Memi" il riferimento a Eufemio, comandante della flotta bizantina che si ribellò all'imperatore passando dalla parte degli arabi: "Porto di Eufemio" sarebbe quindi la giusta traduzione.
L'unica certezza, nelle 3 ipotesi, è la dominazione araba. Inserita nella classifica dei borghi più belli d’Italia, Marzamemi è il luogo dei colori e dei profumi, delle casette di pescatori trasformatesi in negozi e trattorie solcate d’estate dalla vivace movida; mentre gli amanti della natura si danno a escursioni in barca e bagni in acque cristalline. Celebre la Riserva naturale orientata Oasi Faunistica di Vendicari, strategica per la presenza dei pantani che fungono da luogo di sosta nella migrazione degli uccelli dall’Africa, ricca anche di resti d’epoca greca. Tra i suoi gioielli, la Torre Sveva e la Tonnara di Vendicari, diversa da quella più ampia di Marzamemi. Per chi avesse ancora voglia di mare le spiagge più belle sono quelle libere, lungo la strada costiera che conduce a Portopalo di Capo Passero.
Protagonista della cucina locale è il pesce, specie il tonno rosso, in tutta la sua essenzialità: accompagnato da erbe aromatiche o con cipolla in agrodolce. Piatti tipici anche le lasagne alla marinara e la “agghiòtta”, succulento sughetto ottenuto soffriggendo cipolla, sedano, pomodorini, capperi e olive nere. Preparazione presa in prestito dal messinese, dove viene realizzata con lo stoccafisso. E poi bottarga, ventresca, conserve d’ogni tipo, senza dimenticare le varianti di Pachino e il Nero d’Avola. I dolci riprendono ricette elleniche a base di mandorle, pistacchi e spezie agrumate. Come fa a non piacere? Eppure è cambiata rapidamente negli ultimi anni, piena di seconde case in affitto costruite sulla spiaggia. Resterà popolare o diventerà per soli ricchi. Riuscirà a conservarsi e a prendere solo il meglio del turismo, sviluppando i servizi che tutt’oggi mancano, o il boom mediatico continuerà a stravolgerla?