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07/12/2021 11:56

Morto a 109 anni Giuseppe Venturi, l’uomo più anziano d’Italia

Giuseppe Venturi aveva superato due Guerre Mondiali, la Spagnola, la Sars e anche il Covid

di Redazione

Morto a 109 anni Giuseppe Venturi, l'uomo più anziano d'Italia
Morto a 109 anni Giuseppe Venturi, l'uomo più anziano d'Italia

E’ morto a 109 anni Giuseppe Venturi che secondo le statistiche era l’uomo più anziano d’Italia è morto a 109 anni. Avrebbe compiuto 110 anni il 13 aprile. Venturi, era di Marzabotto (Bologna). Aveva superato due Guerre Mondiali, la Spagnola, la Sars e anche il Covid. Recentemente, precisamente il 14 novembre scorso, era divenuto l’uomo più anziano di tutta Italia dopo la morte di un altro centenario, Gaudenzio Nobili. Nella lista delle persone ultracentenarie viventi, Venturi era 27° dopo ben 26 donne, la più longeva con 112 anni e 197 giorni è Ida Zoccarato di Vigonza (Padova).

Nelle vita aveva fatto il muratore e il contadino. Quando gli si chiedeva il segreto della sua longevità, Venturi spiegava di non aver mai fumato nella sua vita e di bere solo per le feste, ma di mangiare tante tagliatelle.

La nipote: “È stato bene fino alla fine, poi una brutta bronchite l’ha portato via. Il nostro nonno era il nostro pilastro, la sua vita immensa e appassionata ci ha spronato e confortato”. 

“È stato lucido fino alla fine, ci ha detto che non si può vivere per sempre. E di ricordarci di fare la puntura al suo gatto, Silvestro, che è diabetico”, dice la nipote, Roselena Nigro. Giuseppe Venturi era appassionato collezionista di cappelli e gufi intagliati. Era uno dei pochi italiani a ricordarsi ancora un’altra pandemia prima del Covid: la Spagnola.

Venturi era del 1912, era nato il giorno prima che il Titanic andasse a sbattere contro quel dannato iceberg. Dopo due guerre mondiali e due pandemie, lo scorso anno aveva spento le sue 109 candeline nella sua casa di fianco al Mast, circondato dalla famiglia. “È stato bene fino alla fine – ricorda la nipote, 47 anni, che di lavoro fa la farmacista e tutti i giorni andava a pranzo da lui nella casa di Borgo Panigale – Poi ha preso una brutta bronchite e un paio di giorni dopo è morto. Per dieci giorni è stato anche l’uomo più vecchio di Italia: dal 14 novembre al 26, quando se n’è andato. Il nostro nonno era il nostro pilastro, la sua vita immensa e appassionata ci ha spronato e confortato”.

Negli ultimi anni nonno Giuseppe viveva insieme alla figlia Rosanna, 85 anni, in un appartamento pieno zeppo di animaletti intagliati nel legno. Di lavori nella vita ne aveva fatti diversi: contadino, muratore, alla fine giardiniere. Falegname mai, anche se scolpire il legno era la sua passione. E di statuette ne aveva realizzate a centinaia, a cominciare dai due gattini in legno di ciliegio intagliati durante la seconda guerra mondiale, mentre si nascondeva dai tedeschi insieme a uno dei suoi fratelli. Un muto esercito di gufi, cavalli e pappagalli di legno oppure di terracotta, che lo fissava tutto al giorno accanto ai tre autoritratti col cappello da muratore e la scritta: Giuseppe. A cent’anni aveva fatto la sua prima mostra di opere d’arte, l’aveva battezzata proprio così: “Prima mostra a cent’anni, terracotta e legno”. E chi andava a trovarlo difficilmente se ne tornava a casa senza una statuetta. “Volete un gufo?”.

Sua moglie Elena morì giovane, a soli 56 anni. “Era bellissima, mora – diceva Giuseppe – con un mucchio di capelli neri. Quando ci sposammo fu una grande festa, eravamo vicini di casa”. Parlando del virus, lo scorso anno diceva: “È peggio della guerra, ne muore uno sbanderno”. Poi, dalla via che lui invece era ancora vivo, passava a elencare le sue svariate passioni: le tagliatelle al ragù, la televisione, gli innumerevoli nipoti e pronipoti (dai 3 ai 40 anni), le colline della campagna di casa sua, a Savigno, col suo “puda”, da pudarein, il poderino. E poi quell’ottimo baracchino di pesce fresco, lungo la via Emilia.