di Ansa

PALERMO, 13 DIC Venne chiamata “arabica
impostura”. Alla fine del Settecento fu al centro di un caso
singolare di manipolazione e falsificazione di un testo sulla
vita di Maometto che venne spacciato come un codice di diritto
pubblico siciliano in grado di mettere in discussione la
legittimità di feudi e titoli nobiliari. Ne scrisse anche
Leonardo Sciascia nel romanzo “Il Consiglio d’Egitto”. Ora quel
famoso “Codice Martiano” (proveniente dalla raccolta del
bibliotecario Martino La Farina), le sue presunte traduzioni e
le carte che ne raccontano la storia sono in mostra fino al 16
dicembre in una sala della Biblioteca centrale della Regione
siciliana.
Autore della contraffazione del codice, presentato come un
importantissimo documento della cancelleria araba di Sicilia, fu
l’abate Giuseppe Vella che provocò il fermento dei baroni
siciliani nella loro contesa con la corona e l’interesse di
tanti studiosi per un “ritrovamento” che avrebbe colmato una
lacuna della storiografia siciliana. Vella venne però
sbugiardato dall’arabista Germano Adami, arcivescovo di Aleppo,
processato e condannato a 15 anni da scontare nel carcere
palermitano del Castello a mare dove però rimase solo tre anni
fino al 1799.
La mostra curata da Maria Gabriella Lo Presti, Mercuria
Salemi, Angela Anselmo e Maria Cristina La Manna espone non
solo le carte originali dell’impostura ma anche una selezione
dei manoscritti arabi visionati presso la biblioteca di San
Martino delle Scale da monsignor Adami. Tra di essi un
manoscritto del XV secolo che tramanda frammenti di Trattati
giuridici di Averroè (11261198) e il Libro della palma dell’XI
secolo, uno dei più antichi manoscritti islamici conservati in
Italia, oltre a Corani decorati di epoca compresa tra il secolo
X e XVIII, provenienti dal fondo gesuitico e dall’Abbazia di San
Martino.
Del “Codice Martiniano” parlerà il 15 dicembre Carlo Pastena,
già direttore della Biblioteca regionale, con le sue
“Riflessioni sul falso codice arabo di Giuseppe Vella” e un
ampio excursus sulla cultura siciliana del XVIII secolo. (ANSA).
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