Attualità Sicilia

Nell’occhio del ciclone, 12 tornado in un mese: cosa accade sull'Isola

Tempo estremo: la natura si rivolta, e la colpa è solo nostra

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 Ragusa - Cosa sta accadendo in Sicilia andrebbe chiesto al bla bla bla dei grandi del pianeta che hanno appena concluso il Cop6 di Glasgow. Dalla tromba d’aria che il 5 settembre scorso ha investito Rosolini, ne abbiamo contate una dozzina in un mese e mezzo: il 10 settembre quello mortale a Pantelleria, il 5 ottobre a Catania, il 14 ottobre Cefalù, il 28 Siracusa, il 9 novembre Canicattì; due giorni fa quattro in provincia di Trapani, Palermo e a Sciacca e Licata nell’agrigentino.

Ieri altre due nel ragusano, tra Modica e Comiso e a Pozzallo (con strascichi fino a Sampieri). Con relativi alluvioni per le strade. Più di un ciclone a settimana, dalla fine dell’estate. Abbiamo già approfondito in questi giorni su Ragusanews le responsabilità del dissesto idrogeologico: abusivismo edilizio e abbandono del territorio che vanno a sommarsi al riscaldamento globale ed emissioni di Co2 in atmosfera producendo appunto questi fenomeni estremi.

La tropicalizzazione del clima rende ormai quasi impossibili le previsioni meteo, si passa da un eccesso all’altro: lunghi periodi di afa e siccità, seguiti da violenti uragani che concentrano in poche ore il carico d’acqua di mesi. Ma a spiegare tornado e nubifragi è anche il rapporto Ecomafia 2021, pubblicato giusto ieri da Legambiente, sui reati ambientali che cementificano e inquinano a vario titolo terra e aria.

Quasi metà di quelli accertati in tutta Italia sono localizzati in 4 regioni del Sud, nell’ordine: Sicilia, Campania, Puglia e Calabria. Esattamente 16.262 crimini in un anno, corrispondenti a 134 arresti. Da una parte è indubbio che le perturbazioni repentine e violente si stiano intensificando, ma d’altra parte è altrettanto certo il saccheggio e l'incuria del nostro patrimonio ambientale. Possiamo recitare solo il mea culpa.


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