Attualità
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06/07/2022 12:03

Non c’è Pachino senza Ispica, e gli altri 3 Igp: come riconoscerlo

L’oro rosso di Sicilia non è una varietà, "esiste" solo nei comuni dov’è coltivato

di Redazione

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Non c’è Pachino senza Ispica, e gli altri 3 Igp: come riconoscerlo
Non c’è Pachino senza Ispica, e gli altri 3 Igp: come riconoscerlo

 Ispica – L’oro rosso di Sicilia, tecnicamente, non esiste. Nel senso che il pomodoro Pachino non è una specifica varietà, come molti credono in Italia e all’estero, ma è legato a una zona circoscritta dell’Isola prendendo il nome da uno dei soli 3 comuni che possono arrogarsi il diritto di chiamarlo così, oltre a Pachino: Noto, Porto Palo di Capo Passero, nel siracusano; e Ispica, nella provincia di Ragusa. Per festeggiare i 20 anni del Consorzio di tutela Igp – acronimo che sta, appunto, per Indicazione geografica protetta – il 2 e 3 luglio, sul territorio del distretto produttivo, è stato organizzato il primo “Pachino Day” patrocinato dal ministero dell’Agricoltura.

Lo scopo era far conoscere più a fondo, specie ai tanti acquirenti stranieri, quello che – un po’ come il cioccolato di Modica – è un protagonista del patrimonio agroalimentare nazionale, pur non appartenendo alla tradizione agricola isolana. È stato infatti introdotto nel 1989 dalla multinazionale sementiera israeliana HaZera Genetics, che l’aveva ottenuto attraverso una selezione assistita da marcatori. Ad oggi viene coltivato in 430 ettari che ogni producono circa 10 milioni di kg di questo ortaggio, impiegando oltre 5000 lavoratori diretti: il 90% è gestito dalla grande distribuzione organizzata ancora e venduto in Italia (è molto amato al Nord); il restante 10% è esportato, soprattutto in Francia e Germania.

Ma si è parlato pure di lotta alla contraffazione. Il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, presente all’incontro, ha ribadito “l’esigenza di salvaguardare i nostri prodotti, ma anche restituire attenzione alla corretta alimentazione, alla salute dei lavoratori e del consumatore con la sfida dell’etichettatura per uscire dalla logica del nutri-score”. “Il marchio Pomodoro di Pachino Igp è insidiato da prodotti di provenienza estera – ha spiegato il presidente del consorzio, Sebastiano Fortunato – frutto di coltivazioni intensive, sottoposte a protocolli di sicurezza alimentare non in linea con la normativa italiana”.