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09/01/2021 10:04

Ogni tre fiale c’è un vaccino in più. La scarpetta per gli amici

La rivelazione sui social postata da un gruppo di medici: «Ogni 3 fiale c’è un vaccino in più... la “scarpetta” va agli amici... pazzesco»

di Redazione

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I casi di Scicli e di Modena
I casi di Scicli e di Modena

«Considera che avanzano 0,2 cc da ogni fiala… ogni 3 fiale c’è un vaccino in più… la “scarpetta” va agli amici… pazzesco». Lo screenshot è stato postato su «Medici e odontoiatri liberi professionisti per la vaccinazione Covid-19», gruppo Facebook con 1.913 iscritti. Come in tutti i gruppi Facebook dentro c’è di tutto: cose serie, cose meno serie, episodi verificati fino all’ultimo millimetro, segnalazioni un po’ approssimative. Ma un’idea della temperatura la dà. E lascia intendere come il caso dell’altro giorno a Modena, con le dosi avanzate di vaccino riciclate con parenti e amici, possa essere qualcosa di più di un’eccezione.

Il punto è che in ogni fiala ci sono non sei ma dieci dosi. E questo, anche se la conservazione è più facile, potrebbe aumentare la tentazione della «scarpetta». Non è un caso che, seppur indirettamente, sulla questione sia intervenuta addirittura l’Ema, l’Agenzia europea del farmaco: «La sesta dose di vaccino contenuta in ogni fiala Pfizer — ha spiegato il comitato tecnico scientifico — va usata solo se completa e la quantità non deve essere ricavata mixando il contenuto di altri flaconcini». Segno che la scarpetta non è una tentazione solo italiana.

C’è anche il problema opposto, però. Sempre sul gruppo Facebook dei medici liberi professionisti una dottoressa precaria di un ospedale del Nord, non identificato, racconta come alcune dosi siano state buttate perché gli impiegati non si erano presentati all’appuntamento. Una merce rara finita nel cestino perché, come ricorda sempre l’Ema, «qualsiasi vaccino non utilizzato deve essere eliminato sei ore dopo la diluizione».

Peggio il cestino o il caso di Modena e Scicli, con i vaccini dati agli amici?
Il piano vaccinale stabilisce delle regole precise, che vanno rispettate. Anche se non tutto torna visto che medici e odontoiatri liberi professionisti, che pure sono a stretto contatto con i pazienti, in molti casi vengono dopo persone che lavorano negli ospedali ma non in prima linea come gli impiegati amministrativi, gli addetti alle pulizie o il personale dei bar.

L’attenzione, come si dice in questi casi, resta alta. Sul caso di Modena il commissario Domenico Arcuri ha parlato di comportamento «contro la morale». Ma nel governo non c’è intenzione di drammatizzare: «Chi vede irregolarità denunci — dice il sottosegretario alla Salute Sandra Zampa — ma credo che questo basti. In ogni rodaggio qualche aggiustamento è da mettere nel conto. Uno Stato democratico, però, non può trasformarsi in uno Stato di polizia». La pensa allo stesso modo Gianni Rezza, direttore generale della prevenzione al ministero della Salute: «Quello di Modena è un caso isolato e la dice lunga su come si sia trattato di un episodio sporadico quanto eclatante. Ha avuto una risonanza forse maggiore rispetto a quello che meriterebbe. Non lo drammatizzerei. Naturalmente in una campagna vaccinale è sempre meglio essere molto rigorosi e programmare tutto nei minimi dettagli».